Proseguiamo la nostra incursione in quell’universo notturno che ci vede inconsapevoli protagonisti di una seconda vita. Ed ecco una classificazione approssimativa dei sogni – come anticipato nell’articolo del 28 maggio – che sarà un orientamento utile a chi vorrà vederci più chiaro, secondo l’interpretazione di chi la psicanalisi l’ha… inventata, Sigmund Freud.
“ I sogni di situazione ” – Essi costituiscono lo specchio della nostra situazione nella sua più viva attualità, laddove il subcosciente registra i fatti della giornata facendo una sorta di bilancio. Dal momento che la nostra routine esistenziale ci impedisce di esaminare la nostra coscienza e di soppesare certe nostri accadimenti quotidiani, è il subcosciente che lo farà per noi e che risponderà: “Ecco cosa fare”.
“I sogni di compensazione” – In questa seconda categoria, il subcosciente ha una funzione complementare. Esso compensa, cioè, le assenze o, come dire, i “default” della coscienza: in effetti, esso minimizza o sottolinea ciò che la nostra coscienza ha enfatizzato o sottovalutato. E ciò accade ogni giorno! Quindi, il subcosciente è un valido aiuto ad equilibrare ed armonizzare i nostri comportamenti.
“I sogni di riduzione” – A tali poteri, il subcosciente aggiunge quello della “discriminazione”. Qui esso agisce allo scopo di permetterci di restituire una giusta dimensione ad alcuni dei nostri valori, compiendo molto spesso dei confronti o paragoni che ci mostrano chiaramente la realtà delle cose o delle persone, in precedenza alterata a causa di particolari stati emotivi.
“ I grandi sogni “ – Entrare nella loro porta ci renderebbe individui alquanto eccezionali ed è perciò che ci avviciniamo a questa categoria, come dire, in punta di piedi. Qui il subcosciente agisce da padrone, annullando tutti i rapporti con la coscienza ed esprimendo situazioni ed attività attraverso dei simboli. Sono quei sogni che sentiamo il bisogno di raccontare a parenti ed amici nella necessità di liberarci, ma sarebbe meglio non raccontarli per non essere ritenuti delle temibili Cassandre. Questo genere di sogni è raro: appare di preferenza quando la nostra vita personale è sul punto di subire dei cambiamenti radicali.
Alcuni individui, al contrario, viaggiano troppo spesso in mirabolanti avventure notturne, pullulanti di scene magnifiche, di visioni celesti, di figurazioni simboliche o mitologiche. Si tratta di persone un po’ eccentriche, dotate di quella ipersensibilità che può creare una certa situazione di squilibrio. Attenzione, dunque, a coloro che si riconosceranno nella categoria dei “grandi sognatori”! Forse è il caso di bussare alla porta proprio dello “strizzacervelli” per capire cosa stia succedendo. O, nel migliore dei casi, si tratta di individui portatori di quel dna di esclusivo appannaggio dei “geni” ed allora bisognerebbe indagare come fossero i sogni di un Leonardo o di un Einstein per metterci l’animo in pace e sperare in un futuro di… gloria.
Può accadere tuttavia che certi “grandi sogni” si allontanino dalla sfera strettamente personale per calarsi in quella della collettività, come i sogni di alcuni personaggi storici ai quali veniva affidato il destino di un popolo. A Roma, per esempio, tutti i cittadini avevano la facoltà di comunicare al Senato certi sogni ritenuti di particolare significato per le sorti della patria: un costume che mette in luce l’aspetto di democratica partecipazione alla politica in uso nell’antica Roma. Se una cosa simile accadesse ai giorni nostri, figurarsi quante speculazioni politiche ne nascerebbero e quanti gossip! Ma, nella realtà del momento, quanto spesso tutti noi giornalisti ci caliamo ad occhi aperti nei panni di profetiche Cassandre.
Il “ sogno “ è perciò il nostro amico più sincero davvero. Ciò che raccontiamo a noi stessi da svegli e ciò che ci raccontano gli altri su di noi spesso si nasconde sotto il velo di una pietosa ipocrisia. Col sogno non ci sono scuse né alibi. Ti spiattella tutto sfacciatamente, sussurrandoti sul cuscino “ guarda un po’ chi sei veramente?”. Ci fa un elenco dettagliato delle nostre colpe, delle nostre debolezze, dei nostri rancori, delle nostre attitudini più ridicole, delle nostre possibilità e, perché no, di certe nostre qualità che sottovalutiamo. Tutto sta saper leggere in esso, saper decifrare tra le righe, sebbene spesso poco intelligibili, certi caratteri significativi.
Continuate a sognare, cari lettori della galassia facebook e twitter, cinguettando anche sul prossimo appuntamento che vi promette delle spiegazioni piuttosto curiose e divertenti su quelle nostre divagazioni notturne che vengono classificate come “sogni di tutti i giorni”.
di Angela Grazia Arcuri
Roma, 10 giugno 2013