Il “Legionario” alla conquista del Bellator. L’intervista ad Alessio Sakara
Un tatuaggio con la scritta “Legionarius”, alle spalle 33 incontri con 20 vittorie, 11 sconfitte e 2 no contest ma Alessio Sakara non è famoso solo per le sue prestazioni sportive, è un atleta che incarna i sani valori agonistici: umiltà, allenamento e tanto sacrificio.
Ciao Alessio e benvenuto su 2duerighe.com, come procede la preparazione del match previsto il 9 dicembre contro Carvalho?
Ciao, posso ritenermi soddisfatto di come sta procedendo quindi direi molto bene, il peso continua a scendere. A metà ottobre poi partirò per allenarmi in America, rientrerò intorno al 26 novembre.
È trascorso circa un mese dall’incontro tra McGregor e Mayweather ed hai già espresso la tua opinione a riguardo, questa è stata anche l’estate dei trasferimenti con spese folli nella sessione di calciomercato. I valori che si insegnano nei primi anni di palestra o nelle scuole calcio sembrano svanire con il passare del tempo, soldi e fama sembrano essere sul gradino più alto del podio a dispetto dello spirito che dovrebbe essere alla base di alcuni sport; c’è modo di ristabilire il giusto equilibrio o è troppo tardi? Qualora fosse possibile, in che modo?
Le arti marziali nascono per insegnare a vivere e non certo per arrivare a fare milioni di dollari o euro. Quello che posso certamente dire è che tutto dipende dal maestro e dai suoi insegnamenti; c’è una cosa che amo ripetere anche nel “Codice del Legionario”: la felicità non la fanno i soldi, questa è una cosa fondamentale.
“Usque ad finem”, “Roma”, “Legionarius”: cosa ti lega così tanto a Roma?
Più cose ma probabilmente l’elemento che più mi piace di Roma è la sua storia.
Un detto se non erro dice “devi conoscere i tuoi antenati per capire chi sei” ed io sono molto orgoglioso di ciò che hanno donato al mondo i mieti antenati.
C’è un luogo in particolare che porti nel cuore?
In realtà ne esiste più di uno ma se dovessi scegliere un posto dove veramente raggiungo la mia massima serenità ti direi la veduta del Lago di Castel Gandolfo, c’è un panorama stupendo del lago dal balcone del ristorante Bucci.
Storia romana: c’è un imperatore o un personaggio che ti ha colpito particolarmente?
Anche qui la lista non si limita ad un solo personaggio e quindi te ne indico subito due: Giulio Cesare per la sua strategia e la sua ambizione e Marco Aurelio per la sua saggezza ed il modo di saper governare sul popolo.
De Rossi è un tuo tifoso e per certi versi avete qualcosa in comune, l’amore per Roma ed entrambi lottate fino alla fine mettendoci cuore e muscoli. Hai avuto modo di incontrarlo e di conoscerlo, ti ha colpito qualcosa in particolare di Daniele?
Sicuramente la sua tenacia quando gioca ed il fatto che sia un mio fan mi rende davvero orgoglioso.
Il primo valore che hai insegnato ai tuoi figli?
Sicuramente il rispetto.
Uno sport che non hai mai fatto ma che avresti voluto fare o magari farai?
Per farlo magari è un po’ tardi ma che mi sarebbe piaciuto fare il rugby.
Carriera: il ricordo più bello ed il momento più duro fino ad oggi.
Il più bello sta per arrivare a breve quindi portare a casa un titolo che nessun italiano ha mai vinto ma ti potrei dire anche le vittorie contro James Irvin ed il brasiliano Thales Leites.
Per quanto riguarda i momenti più duri direi gli infortuni alle ginocchia e quello al bicipite e la squalifica nel 2012 in Canada contro Patrick Cotè.
Ti auguriamo un grandissimo in bocca a lupo per il match di dicembre e ti ringraziamo per il tempo dedicatoci.
Crepi il lupo! Grazie a voi.
02 ottobre 2017