Mclaren campione dopo 26 anni, il ritorno di un dualismo storico con la Ferrari

Il trionfo della Mclaren campione del mondo nel Mondiale Costruttori 2024 dopo ben 26 anni ha sancito il ritorno al vertice di una delle più famose scuderie di Formula 1 dopo anni bui in fondo alla classifica generale. Se si escludono le vittorie nel Mondiale Piloti di Mika Hakkinen nel 1999 e di Lewis Hamilton nel 2008, la scuderia inglese non vinceva un Mondiale Costruttori dal 1998 con Mika Hakkinen e David Coulthard, anno in cui il finlandese vinse il suo primo mondiale che ripeterà l’anno seguente. La scuderia britannica rimase comunque al vertice negli anni successivi grazie alla collaborazione con la Mercedes con la quale continuerà a giocarsi altri mondiali nel 2000 con Hakkinen, nel 2001 con Coulthard, nel 2003 e 2005 con Kimi Raikkonen, nel 2007 con Fernando Alonso e Lewis Hamilton, nel 2008 e 2010 ancora con Hamilton senza però mai centrare l’obiettivo nel Campionato Costruttori. Nonostante ciò, continuerà a vincere numerose gare nel triennio 2010-2011-2012 per poi entrare in una spirale negativa senza vittorie fino al 2021, un crollo iniziato sia per l’addio di Lewis Hamilton alle fine del 2012 sia per l’abbandono della Mercedes che passerà a costruirsi una scuderia in proprio con la quale dominerà la scena tra il 2014 e il 2021. L’addio in contemporanea di Hamilton e della Mercedes ha portato quindi il team negli ultimi dieci anni in una posizione di anonimato e mediocrità totali dove i vertici della scuderia tentarono varie strategie per cercare di uscirne. La più nota è quella della collaborazione con la Honda nel triennio 2015-2016-2017 che si dimostrerà però un clamoroso fallimento: zero vittorie, zero podi, un misero sesto posto in classifica nel 2016. La collaborazione con i giapponesi della Honda mirava a ricostruire uno storico binomio protagonista di tante vittorie con Ayrton Senna, Alain Prost e Gerhard Berger tra il 1988 e il 1992 ma il risultato di questo revival fu disastroso. A nulla valse il ritorno nel team di Fernando Alonso e la riconferma di Jenson Button, due storici campioni del mondo che sulla carta formavano una delle coppie più forti sulla griglia ma che nonostante le loro indiscusse qualità non riuscirono a venire a capo degli enormi problemi di vettura e motore. Alla fine di quella disastrosa esperienza Mansour Ojjeh, azionista di maggioranza insieme al fondo arabo Mumtalakat, mise alla porta Ron Dennis, storico capo, co-proprietario e azionista della scuderia per più di trent’anni. Ojjeh mise fine anche al rapporto con la Honda, la quale passerà a fornire i propri motori alla Red Bull, e affidò la gestione della squadra a Zak Brown. Il manager americano iniziò quindi una lenta ma costante ricostruzione della squadra che ha dato i suoi frutti nel mondiale del 2024 appena concluso.
La ricostruzione iniziò dapprima con la temporanea fornitura dei motori Renault, meno potenti ma più affidabili e gestibili, poi dopo l’addio di Alonso con la costruzione di una line-up di piloti molto giovani e promettenti che la scuderia decise di far crescere nel corso degli anni: Lando Norris e Carlos Sainz. Il pilota spagnolo passerà poi alla Ferrari per venire sostituito da Daniel Ricciardo e sarà proprio con l’australiano che il team tornerà a vincere finalmente un gran premio a Monza 2021, grazie anche al ritorno in quell’anno ai motori Mercedes, anche se non più come collaborazione esclusiva ma solo come fornitore. Dal quarto posto nel mondiale 2019 si passò al terzo nel 2020 per poi tornare alla vittoria nel 2021. Dopo un 2022 in leggera flessione la squadra è tornata competitiva nel 2023 lanciando anche un giovane promettente come Oscar Piastri, poi nel 2024 il trionfo. La Mclaren avrebbe anche potuto vincere il titolo piloti con Lando Norris ma la mancanza di competizioni al vertice per tanti anni si è fatta sentire e il pilota inglese ha gettato al vento varie occasioni che ha saputo cogliere molto bene il suo rivale Max Verstappen, il quale con una Red Bull-Honda in vistoso calo si è riconfermato per la quarta volta campione del mondo.
Un ruolo particolare per il ritorno al vertice lo ha avuto Andrea Stella, competente ingegnere italiano nato in Umbria al quale Zak Brown ha delegato le mansioni di team principal mentre l’americano si è concentrato nel ruolo di amministratore delegato. Andrea Stella arrivò in Mclaren con Fernando Alonso nel 2015 come ingegnere di pista dello spagnolo. I due lavoravano insieme già alla Ferrari dove Stella ricopriva sempre il ruolo di ingegnere di pista di Fernando e ancora prima, di Kimi Raikkonen. Con l’uscita di scena di Alonso dalla Mclaren l’ingegnere umbro è rimasto nel team inglese e grazie alle sue competenze e ai risultati ottenuti in pista gli sono state affidate sempre più responsabilità di grande rilievo fino ad arrivare a dirigere l’intero team.
Nel 2024 si è quindi riproposto dopo tanti anni il dualismo Ferrari-Mclaren con i due team storici che sono tornati finalmente a contendersi un titolo mondiale. Per la Ferrari si è trattato di una sorpresa inaspettata giocarsi il titolo viste le premesse di inizio stagione e data la flessione di Red Bull-Honda e Mercedes nel 2024, anche la Rossa per l’anno prossimo può partire con il favore di un incoraggiante pronostico insieme alla scuderia britannica. In più la Ferrari da quest’anno ha una grande novità, ovvero l’arrivo di Lewis Hamilton che con Charles Leclerc va a formare quindi sulla carta la coppia più forte del mondiale. Gli ingredienti ci sono quindi tutti per un ritorno in grande spolvero della storica sfida Ferrari-Mclaren.