Williams, dal sogno di Sir Frank al piano climate-positive 2030

Se n’è andato dopo quasi cinquant’anni da protagonista del mondo della Formula 1 e delle corse. Mentre il campionato 2021 entrava nel vivo dello scontro finale, Frank Williams ci ha lasciati domenica 28 novembre 2021 in una clinica del Surrey, a pochi chilometri da Londra, all’età di 79 anni. Gli omaggi, che l’intera Formula ha tributato al fondatore della seconda squadra più titolata del Circus, sono stati pressoché unanimi.
Sir Frank ha segnato pagine indelebili nella storia di questo sport: nove titoli mondiali costruttori (1980,1981,1986,1987,1992,1993,1994,1996,1997) per la sua squadra, i quali la rendono la seconda più vincente dopo la Ferrari, inarrivabile a quota sedici. A ciò si aggiungono i sette titoli mondiali piloti vinti con Alan Jones (1980), Keke Rosberg (1982), Nelson Piquet (1987), Nigel Mansell (1992), Alain Prost (1993), Damon Hill (1996) e Jacques Villeneuve (1997). Nomi che ci ricordano tante battaglie in pista e momenti indimenticabili. Williams era stato ricoverato in ospedale due giorni prima della sua morte, in seguito ad alcune complicazioni del suo stato di salute, da moltissimi anni quasi sempre molto delicato, a partire dall’incidente d’auto che nel 1986 lo rese paraplegico portandogli via l’uso delle gambe. In seguito a quella terribile tragedia, Frank non ha mai mollato, ha continuato con una enorme forza d’animo e di volontà a dirigere la sua squadra anche su una sedia a rotelle, sulla quale lo abbiamo sempre visto presente ad ogni gara finche’ nel 2016 ha dovuto dire addio alle amate trasferte in seguito all’aggravarsi dei suoi problemi polmonari.
Gli esordi e le vittorie
Costruì la sua squadra negli anni ’60, con la quale iniziò a partecipare ai campionati di Formula 2 e Formula 3 per poi fare il grande salto in Formula 1 nel 1969, acquistando un vecchio telaio Brabham. Il sogno sembrò svanire nel 1976, quando a causa di alcuni problemi economici, fu costretto a cedere il suo team al magnate canadese Walter Wolf, il quale cambiò nome alla scuderia. Nonostante questo, Sir Frank non si arrese. Insieme al suo socio di sempre, Patrick Head, acquistò un vecchio magazzino di tappeti a Didcot, nell’Oxfordshire, e da lì ricominciò tutto da capo, fondando la Williams Gran Prix Engineering. Sulle piste di mezzo mondo le sue monoposto sono state protagoniste di grandi vittorie e momenti tragici, come la morte di Ayrton Senna nel 1994 a Imola e il suo team ha dato vita a collaborazioni sportive di grande successo con alcuni dei più illustri marchi dell’automobile: con la Honda vinse due mondiali nel biennio 1986-87, con la Renault inaugurò un ciclo vincente dal 1992 al 1997, interrotto solo per un biennio da quel gran diavolo di Michael Schumacher. Con la BMW disputò le ultime stagioni ad alto livello sfiorando il mondiale nel 2003 con Juan Pablo Montoya, sfuggito anche quello contro Michael Schumacher.
La Williams oggi non è più quella di una volta, è una squadra da fondo classifica ma il timone è rimasto fino allo scorso anno saldamente nelle sue mani, prima di essere venduto a un fondo americano di nome Dorilton Capital. In questi ultimi anni è stato sempre lui ad avere l’ultima parola, anche delegando diverse funzioni a sua figlia Claire e rimanendo uno dei pochi team indipendenti e non legati a colossi multinazionali di grandi aziende. Per certi versi, anche se non per altri, la sua figura è stata simile a quella di Enzo Ferrari. Negli ultimi decenni ci ha regalato la sua scoperta di tantissimi giovani piloti grazie al suo proverbiale fiuto: da Nico Rosberg, diventato poi Campione del Mondo 2016, a Nico Hulkenberg, da Pastor Maldonado a Valtteri Bottas fino al giovane George Russell che il prossimo anno affiancherà Lewis Hamilton in Mercedes.
La ricerca su ibrido ed elettrico
Ma Frank Williams non è stato solo questo: negli ultimi anni ha diversificato le sue attività motoristiche, fondando nel 2008 la Williams Hybrid Power, una divisione della sua azienda che, con grande lungimiranza, iniziò a sviluppare un sistema di recupero di energia mediante un sistema elettromeccanico a volano. Il successo fu più che discreto, al punto che il suo sistema venne fornito in applicazione a diversi mezzi di trasporto come alcuni autobus di Londra o la Audi R18 che vinse la 24 ore di Le Mans 2012. Il sistema destò l’interesse del colosso della componentistica GKN, la quale acquistò Williams Hybrid Power nel 2014.
Di questa lungimiranza è rimasto molto, al punto che quest’anno la scuderia britannica ha lanciato un piano di sostenibilità ambientale con l’obiettivo di diventare positiva per il clima entro il 2030. Il programma climate-positive della scuderia di Grove, si articola in cinque tappe:
- Azione per il clima, per ridurre il consumo di carbone e di acqua presso la sede del team e ridurre gli sprechi usando energia propria.
- Gestione della biodiversità, per preservare la biodiversità sui 60 acri di terreno che costituiscono il sito di Grove, incluso il Letcombe Brook, uno dei 240 fiumi al mondo in letto di calcare fine
- Innovazione sostenibile, per affrontare le nuove sfide che l’economia propone nel pieno rispetto dell’ambiente. Ciò comporta intraprendere la gestione dell’intero ciclo di vita delle sue auto da corsa, implementando strategie di economia circolare all’interno del team ed essendo attivamente coinvolta in progetti come la tecnologia di cattura del carbonio.
- Accessibilità migliorata della struttura di Grove, facilitando l’accesso al mondo del motorsport attraverso corsi accademici e pratica diffusa degli e-sports.
- Raggiungere il ruolo di leadership nel settore della sostenibilità nel motorsport, costruendo una cultura forte, trasparente e responsabile nel nostro team, durante le gare, con i nostri partner, fornitori, comunità locale e i fan. Secondo quanto riportato nella nota del team, questa strategia di azione è “conforme a 12 dei 17 Obiettivi di Sviluppo delle Nazioni Unite”.
La Williams è già all’avanguardia nella mobilità elettrica, essendo l’unico produttore e fornitore di batterie elettriche per le monoposto di Formula E. Oltre ad aver già guadagnato le tre stelle FIA per la sostenibilità ambientale, l’azienda punta ad essere un passo avanti a tutti gli altri nel campo della sostenibilità per il motorsport e per il più ampio settore automobilistico ed è proprio lo sport motoristico il catalizzatore che la Williams reputa fondamentale per l’implementazione di politiche green e positive per il clima. Infatti, il motorsport è in grado di ispirare milioni di persone in tutto il mondo ed ha la capacità di creare le soluzioni tecniche adeguate e di renderle fruibili per le vetture di serie. Come è sempre stato, la maggior parte delle innovazioni tecnologiche per i mezzi di trasporto di tutti i giorni sono per la maggior parte arrivati dal mondo delle corse: come il cambio sequenziale al volante, le sospensioni attive, i freni a disco o l’utilizzo della fibra di carbonio e l’abbassamento delle emissioni per una mobilità sostenibile non farà eccezione.