Lo Sport per il benessere psicofisico e l’inclusione sociale. Le best practices del canottaggio.

L’impresa
Dopo averne visto rimandato l’avvio a causa del maltempo eccezionale in Germania, il tentativo dell’impresa della “Discesa del Danubio a remi” con equipaggi inclusivi ed internazionali – organizzata dal Circolo Canottieri 3 Ponti di Roma con il sostegno della Fondazione Terzo Pilastro-Internazionale, presieduta dal Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele – può dirsi finalmente iniziato.
L’avvio ufficiale della regata era previsto per lunedì 19 luglio scorso con la prima delle cinque tappe previste, quella da Passau a Schlögen, e l’attraversamento della chiusa Jochehstein lock. Di lì poi il proseguimento per le ulteriori 4 tappe della regata: Linz, Grein, Melk e Durnstein. La piena seguente all’alluvione ha ritardato il tutto e gli equipaggi si sono invece finalmente imbarcati sul Danubio martedì 20 luglio, diretti a Linz, da dove mercoledì 21 luglio sono partiti per il tratto del grande fiume da Linz a Grein.
La Discesa del Danubio a remi è stata voluta e realizzata anche per questa terza edizione da Riccardo Dezi e Giulia Benigni, tecnici di Canottaggio di IV livello Europeo, Presidente l’uno e Vicepresidente l’altra del Circolo Canottieri 3 Ponti affiliato alla FIC-Federazione Italiana Canottaggio, e ha messo in barca oltre agli atleti Master del CC3Ponti, atleti diversamente abili, tra i quali alcuni non vedenti o ipovedenti, sia italiani che austriaci: un totale di 4 equipaggi da 8 e 1 equipaggio da 4 con timoniere, seguiti dagli organizzatori e dai tecnici dello staff su 2 motoscafi d’appoggio.
Questo l’equipaggio del Pararowing con gli accompagnatori: 1. Ludovica Tramontin; 2. Marco Carapacchio; 3. Richard Sellinger; 4. David Erkinger; 5. Francesco Pappalardi; 6. Gerarld Ziniel; 7. Paul Vanbutsele; 8. Daniele Stefanoni; Tim. Florian Kremshlener. Avrebbe dovuto essere con loro, ed è la prima volta che manca da quando la Discesa ha il sostegno della Fondazione, il campione paralimpico Luca Agoletto, fermato invece da un incidente di moto che lo ha costretto ad un intervento chirurgico e ad un momentaneo stop.
Il Pararowing e i suoi esordi paralimpici
Il Pararowing è il canottaggio praticato da atleti con disabilità motorie, sensoriali e mentali.
Nel 1913 George Clifford Brown, preside del Worcester College per non vedenti, istituisce una sezione di canottaggio nel proprio liceo. La presenza di un timoniere fa sì che gli alunni possano gareggiare contro i propri pari normodotati e prendere parte a numerose regate come ad esempio il Thames Challenge Cup nel 1927. Nel 1945, i veterani americani non vedenti decidono di partecipare alla regata del Navy Day, riuscendo a coinvolgere canottieri dell’Esercito, della Marina e dei Marines. Il primo evento riconosciuto dalla Fédération Internationale des Sociétés d’Aviron (FISA) è la Coppa del Mondo organizzata nel 1991 in Olanda. Quattro anni dopo, nel 1995, il canottaggio paralimpico trova spazio ai Mondiali di Tampere (Finlandia) come evento dimostrativo. Nel 2002 viene integrato in maniera ufficiale nel programma dei Mondiali. L’esordio paralimpico avviene in occasione di Pechino 2008. Secondo i regolamenti internazionali, il canottaggio paralimpico può essere praticato da persone con disabilità motorie legate agli arti o al tronco, ma anche da ipovedenti, non vedenti o persone con disabilità mentale. Il pararowing ha un potere inclusivo incredibile, perché può essere praticato da persone con storie così diverse. E l’agonismo fa qualcosa d’importante, fa capire che si tratta di atleti a tutti gli effetti.
L’importante appoggio della Fondazione Terzo Pilastro-Internazionale
Il sostegno della FONDAZIONE TERZO PILASTRO-INTERNAZIONALE, già assicurato durante le due imprese precedenti – quelle della Discesa a remi del Danubio da Vienna a Budapest per un tratto di circa 300 km realizzata nel luglio 2019, quella di fine luglio 2020 sul tratto del grande fiume compreso tra Linz e Vienna, per un totale di 200 km – è stato offerto al Circolo Canottieri 3 Ponti anche quest’anno, nella consapevolezza di quanto sia fondamentale per l’avvio e la buona riuscita della complessa organizzazione che accompagna la discesa. Come noto, la Fondazione opera, senza vincoli territoriali, nei campi della Sanità, della Ricerca scientifica, dell’Assistenza alle categorie sociali deboli, dell’Istruzione e Formazione, dell’Arte e Cultura, e il suo Presidente, il Prof. Avv. Emmanuele F.M. Emanuele, ex atleta egli stesso, appoggia con convinzione la diffusione dei valori più alti dello Sport come quelli della inclusione e della solidarietà. Un’impresa come questa, difficile in sé, mette alla prova i suoi atleti e i loro accompagnatori sull’applicazione di tali valori, che trovano nel prestigio dell’evento un mezzo privilegiato per raggiungere il grande pubblico dello Sport. Da qui la decisione della Fondazione e del suo Presidente di sostenerla.
L’acqua non ha barriere!
Se tutto andrà bene, l’impresa si concluderà a Vienna sabato 24 luglio 2021 presso il Donauhort Ruderverein, circolo degli atleti austriaci partecipanti alla regata. Se tutto andrà bene, dimostrando ancora una volta, come ebbe a dire Dario Naccari – rappresentante federale FIC-Federazione Italiana Canottaggio per i progetti su Attività legate al Mondo Scuola e al Canottaggio Integrato e componente della Commissione Nazionale Scuola fino al termine dell’attuale Quadriennio Paralimpico –, che “L’acqua non ha barriere!”, con queste parole riassumendo perfettamente lo spirito positivo con cui la disabilità si intreccia con la pratica sportiva del canottaggio. Sia quella degli allenamenti quotidiani, nei circoli, come quella portata avanti da Riccardo Dezi e Giulia Benigni all’interno della asd CC3Ponti dove regolarmente sono allenati anche atleti diversamente abili, come Marco Carapacchio e Daniela De Blasis, atleti del Pararowing che svolgono attività agonistica, sia quella che si realizza in imprese complesse come questa, sia quella che approda ai livelli della partecipazione paralimpica e dei suoi, tanti, successi.