Grande novità nel mondo della pallavolo: nasce l’Associazione Italiana Pallavolisti

È il 16 maggio quando Luca Vettori, opposto della nazionale e giocatore in forza alla Trentino Volley fino a quest’anno, tramite un lungo post pubblicato sulla sua pagina Facebook, manifesta la propria indignazione sul tema del vincolo sportivo dei giocatori di pallavolo. Non usa mezze misure e va dritto al punto “Il vincolo sportivo toglie la possibilità ad un giocatore di pallavolo di scegliere cosa fare del proprio futuro lavorativo. In nome di una proprietà fittizia (come le macchine, le case o i cavalli), le Società del Consorzio Lega Volley […] posseggono i propri giocattoli..oops giocatori, stabilendo unilateralmente le loro condizioni contrattuali.”. Nel corso del testo ripercorre le situazioni tipo che un giocatore incontra affacciandosi alla pallavolo a più alti livelli: se l’atleta proviene dal vivaio giovanile automaticamente gli viene proposto un contratto a tempo indeterminato di non-lavoratore fatto firmare ai genitori senza però dare le giuste informazioni; una volta che il giocatore matura e si affaccia ad un livello più altro, per giocare e lavorare in Italia ha davanti diverse situazioni, come dover rimanere a giocare sempre nel club dove è cresciuto, essere venduto ad un’altra società o andarci in prestito (Vettori utilizza il termine “affitto”), ed infine essere costretto a comprare la propria libertà, ovvero il proprio cartellino, svincolandosi da tutto e tutti.
Il post si conclude con un vero e proprio richiamo all’unità di tutti i pallavolisti sotto uno stesso organo di rappresentanza, che non abbia nulla a che fare con Federazione e Lega, ma anzi che sia in grado di portare l’opinione di tutti gli atleti e atlete nei tavoli di discussione, che sia in grado di tutelarne diritti e doveri. A Vettori, il giorno successivo fa eco un’altra voce d’eccellenza del movimento pallavolistico italiano, quella di Ivan Zaytsev che con un post racconta anche la propria esperienza: “Il mio cartellino fu pagato nel 2006 500.000 euro, il secondo più alto nella storia della pallavolo, stavo per compiere appena 18 anni. Fu pagato il cognome che porto, di certo non la prospettiva sul mio futuro di palleggiatore scarso qual ero. Mai avrei potuto liberarmi a quella cifra in tutta la mia vita, riuscii a farlo solo andando a giocare come atleta professionista all’estero per due anni.”
Nasce l’AIP
È dopo queste testimonianze che venerdì 26 giugno a Roma, presso lo studio del notaio Vincenzo Davide Greco è nata l’Associazione Italiana Pallavolisti(AIP). Un atto davvero molto importante per tutto il movimento, che permetterà a tutti gli atleti di pallavolo maschile e femminile, passando per quelli del beach volley e del sitting volley di sentirsi tutelati e rappresentati nelle occasioni che ne richiederanno l’intervento. Più volte infatti negli scorsi anni, l’ultima nel 2006, gli atleti avevano provato ad associarsi ma ogni tentativo si era sempre concluso con un nulla di fatto. Presidente dell’associazione è stato nominato il giocatore Giorgio de Togni, ma tra i soci fondatori leggiamo anche i nomi di Simone Anzani, Davide Saitta, Indre Sorokaite, Enrica Merlo e dello stesso Luca Vettori. Ha preso parte all’atto costitutivo portando il proprio supporto anche Damiano Tommasi, attuale presidente dell’Associazione Italiana Calciatori. Obiettivo dell’AIP è proprio quello di “rappresentare la collettiva viva voce degli atleti e delle atlete, dal campione al più piccolo atleta di minivolley. Proporre e realizzare progetti di dual e post career, iniziative sociali, portare idee e aprire confronti ai tavoli decisionali attraverso la massima apertura, condivisione e collaborazione, ma con la consapevolezza che gli atleti sono i veri protagonisti di questo sport e come tali dovranno essere nell’immediato futuro tutelati e valorizzati in ogni ambito del proprio lavoro.”