La Lazio ferma al palo, la Roma di rigore: 1-1 nel derby della Capitale
LAZIO (3-5-2): Strakosha; Luiz Felipe (40′ st Bastos), Acerbi, Radu; Lazzari, Milinkovic-Savic (26′ st Parolo), Luis Alberto, Lulic (33′ st Jony); Immobile, Correa. A disposizione: Proto, Cataldi, Caicedo, Adekanye, Vavro, Guerrieri, Marusic, Berisha, Patric. Allenatore: Inzaghi
ROMA (3-4-2-1): Pau Lopez; Florenzi (43′ st Diawara), Fazio, Mancini, Kolarov; Cristante, Pellegrini; Under (22′ st Pastore), Zaniolo (34′ st Santon), Kluivert; Dzeko. A disp.: Mirante, Fuzato, Cetin, Smalling, Juan Jesus, Veretout, Antonucci, Schick. Allenatore: Fonseca
ARBITRO: Guida di Torre Annunziata
MARCATORI: 17′ pt Kolarov (R, su rig.), 13′ st Luis Alberto (L).
NOTE: Ammoniti: Luiz Felipe, Immobile, Radu, Acerbi (L), Zaniolo, Florenzi, Santon (R). Recupero: 2′ pt, 4′ st.
Doveva essere il derby della Lazio, che per la prima volta dopo anni partiva da favorita assoluta e in campo s’è visto perché. I legni e l’imprecisione hanno frenato le ambizioni biancocelesti, mentre il cantiere Roma ha messo in evidenza lacune e meccanismi ancora da assimilare, limitando i danni con qualche buona intuizione di Fonseca e un rigorello giusto e parecchio fortuito. E con la fortuna certo. Alla fine è 1-1 e un punto a testa, che per la Lazio sa di sconfitta e per la Roma è una boccata d’ossigeno. Che si stia per assistere ad uno dei derby più folli e divertenti degli ultimi 10 anni lo si capisce dopo due giri d’orologio, quando Leiva sfiora l’eurogol centrando il primo dei sei legni dell’incontro con un destro al volo obbligato e di rara bellezza; sulla ribattuta Fazio cancella ad Immobile l’1-0. Passa un minuto e a spaccare il montante è Zaniolo, per distacco il migliore dei suoi, che coglie il primo dei due legni personali. La Lazio gioca meglio ma a passare è la Roma: al 17′ Dzeko si allarga e converge verso l’area, Milinkovic allarga il braccio ancora prima che il bosniaco calci il pallone, sistematicamente sul braccio del serbo. Dal dischetto Kolarov è una sentenza. La Lazio non accusa il colpo e dopo due minuti Immobile già impegna Pau Lopez di testa. Al 23′ Milinkovic lo manda in porta con la classica sponda, l’attaccante campano vorrebbe spaccare la porta ma spacca il palo col piattone. Segnali di sortilegio: nemmeno il tempo di smaltire la rabbia che Correa centra il terzo legno (sempre interno) con una giocata sopraffina e un colpo di punta alla Cassano. Al 27′ Zaniolo prova a bilanciare, schiantando un sinistro violentissimo dai venti metri sullo stesso palo colpito a inizio gara. Nel secondo tempo la Lazio riparte forte e trova il meritato e agognato pareggio: Milinkovic si rifà e sradica il pallone a un impacciato Kolarov, imbuca per Immobile che si incarta ma è lucido nel premiare Luis Alberto a rimorchio. Il piattone dello spagnolo passa tra tre maglie giallorosse. La Roma non abbozza reazione e la Lazio continua a spingere: Luis Alberto slalomeggia e poi spara alto da fuori. Quindi Correa: Fazio sbaglia il rinvio e regala un contropiede clamoroso, l’argentino lo salta nuovamente dentro l’area ma ad un metro dalla porta spara addosso a Pau Lopez. Esce Milinkovic ed entra Parolo, che si iscrive al festival del legno all’82esimo su invito dalla sinistra di Correa. C’era pure Immobile, che se avesse agganciato e tirato probabilmente non avrebbe lasciato scampo a Lopez. La Roma rimane bassa ma non riesce ad abbassare i ritmi laziali. Al 90′ Correa sfonda sulla sinistra con assistenza di Jony (subentrato qualche minuto prima a Lulic), lo spagnolo col transfer provvisorio mette in mezzo e il generosissimo Lazzari mette dentro col piattone. Illusione d’apoteosi, il pallone era uscito e Jony in fuorigioco. Non succederà più nulla di rilevante in questo assurdo derby di inizio stagione, segnato dai pali e dai rimpianti della Lazio, che divide la posta con la Roma nonostante 13 tiri in porta e 2 pali in più.