Lo sport italiano cambia pelle

Da Coni Servizi SpA a Sport e Salute SpA
In sordina, piano piano, il CONI come lo conoscevamo non esiste quasi più. Il sottosegretario Giancarlo Giorgetti è andato nella tana del lupo, alla scuola dello sport, per raccontare come cambierà il panorama delle Federazioni Sportive Nazionali, delle Discipline Sportive Associate, degli Enti di Promozione Sportiva e delle Associazioni Benemerite. Risposta ricevuta: “fate voi”.
A seguire gli interventi governativi una nutrita pattuglia di presidenti federali importanti che già si è legata al governo. Capo pattuglia il presidente della FIT Angelo Binaghi e, al suo fianco, il presidente della FIN Paolo Barelli. Eppure esce sconfitto, ma non battuto, e con grande dignità il presidente del CONI Giovanni Malagò che lascia all’interpretazione dei più le sue parole sincere ma pesanti: “mi permetto di dire, zero polemiche, che questa separazione non è possibile nel nostro mondo. Troppe situazioni si sovrappongono”. Che interpretazione dare a tutto questo? Primo. Che il Coni finora è stato titolare di tutto lo sport italiano, d’eccellenza, professionistico, dilettantistico e giovanile e dunque pensare di spacchettare questa situazione è pura follia oppure interessi privati in atti d’ufficio. Quindi immaginare che Sport e Salute possa diventare un altro Coni come vorrebbero gli estensori di questo trattato non di pace, è pura ironia. L’aula magna gremita ed i tanti musi lunghi la dicono lunga anche sulla seconda questione, quella dei dipendenti della ormai ex coni servizi che pensano: cosa succederà? Dove andrò a finire? Perché non chiedo anch’io di andare in pensione? E oggi, nonostante tutto, la scuola dello sport del Coni darà una grande dimostrazione di efficienza presentando e mettendo sul tavolo il catalogo delle attività formative del 2019. Specialistici, formativi, di interesse tecnico e organizzativo, potrebbero fare gola a chi volesse metterli in pratica. Ci riuscirà questo governo? Ah saperlo!