Roma – Chievo 2 – 2: Un pareggio dal sapore di sconfitta

E’ inutile negarlo: ad oggi, alla fine della quarta giornata di campionato, la Roma appare sensibilmente meno forte dello scorso anno. Ed è altrettanto inutile negare come l’assenza di Nainggolan, così come contro il Milan, abbia pesato come un macigno sugli strappi offensivi e sui recuperi nella propria tre quarti. Il Chievo ha fatto il suo, da squadra organizzata qual è, ed è riuscita nell’impresa che impresa non era visto lo stato della Roma. Sicuramente si pensava che la sosta sarebbe potuta giovare ai ragazzi di mister Di Francesco, ma invece si è vista la stessa flemma che contro il Milan è costata cara: poca verve dagli esterni – El Sharaawy rimane comunque l’attaccante che aiuta di più in difesa – e un centrocampo bello a metà, con Pellegrini e Cristante in leggera crescita ma ancora lontani dall’essere decisivi.
Eppure l’inizio della Roma è stato incoraggiante, con il vantaggio firmato dal Faraone dopo appena dieci minuti e il raddoppio di Cristante alla mezzora, illusione ottica di una partita mai veramente finita. Sì, perché nella ripresa la Roma non ha affondato il colpo così come ogni squadra affamata (e tecnicamente superiore) dovrebbe fare e ha lasciato che il Chievo riprendesse cuore, animo e forza per trovare prima la rete di Birsa (bella, ma Olsen stacca i piedi da terra di pochi centimetri) e poi il pareggio di Stepinski in collaborazione con i pessimi Kolarov – irriconoscibile – e Juan Jesus, lui invece sui suoi standard.
La Roma dopo 4 partite si ritrova con 5 punti in classifica e la consapevolezza, oltre che numerica, di essere ancor più lontana della Juve di quanto si potesse pensare. Forse, ad oggi, le parole di Totti, criticate per un eccessivo realismo, risuonano fin troppo strette: la Roma è molto inferiore alla Juve, e questo lo si sapeva, ma al tramonto del primo mese di campionato non è ancora all’altezza nemmeno del Napoli.
Urge migliorare alla svelta e mercoledì si andrà a Madrid, dove il Real sarà un banco di prova fondamentale anche per risollevare i calciatori. Una prova convincente creerà benefici nello spogliatoio e nell’ambiente, mentre una negativa potrebbe abbassare ulteriormente le aspettative di una piazza sempre meno paziente.
Meritano 2duerighe:
[su] Stepinski: 11 chilometri di corsa dietro, di fianco e alla ricerca del pallone conditi dalla rete del pareggio.
[giu] Kolarov: per fortuna di partite orrende giocate dal serbo ne abbiamo viste pochissime. Oggi però si è concesso un’eccezione.
ROMA (4-3-3): Olsen; Florenzi (24′ st Karsdorp), Manolas, Juan Jesus, Kolarov; Cristante, Nzonzi, Pellegrini (25′ st De Rossi); Under (36′ st Kluivert), Dzeko, El Shaarawy. A disp.: Mirante, Fuzato, Fazio, Marcano, Santon, Lu. Pellegrini, Coric, Zaniolo, Schick, Perotti. All. Di Francesco.
CHIEVO (4-3-3): Sorrentino; Tomovic, Bani, Rossettini, Barba; Rigoni (42′ st Depaoli), Radovanovic, Obi (1′ st Hetemaj); Giaccherini, Stepinski, Birsa (36′ st Leris). A disp.: Seculin, Semper, Tanasijevic, Jaroszynski, Kiyine, Pellissier, Grubac, Meggiorini, Pucciarelli. All. D’Anna.
ARBITRO: Mazzoleni di Bergamo.
MARCATORI: 10′ pt El Shaarawy (R), 30′ pt Cristante (R), 7′ st Birsa (C), 38′ st Stepinski (C).