Roma nostra, una foto sepolta dal volo di “farfalle”

Forse non tutti sanno che, nel linguaggio del corpo o comunicazione non verbale, coprirsi la bocca con la mano può avere più di un significato: il più immediato è quello di voler reprimere un’emozione; o, se abituale, una nascosta familiarità con l’eroe di Collodi. Il Pinocchietto di turno sembra essere la nostra soave Virginia che, dal momento della sua investitura al Campidoglio, più d’una volta ha mostrato quel suo vezzo rivelatore.
La pazienza ha un limite. Stiamo appesi al filo delle parole che troppi burattinai ci agitano in faccia. Basta. I romani tutti, di ogni età, di ogni categoria, sono arcistufi di un andazzo che, con tante zeta, puzza di uova marce. Mentre noi cittadini ci muoviamo nella Capitale a rischio e pericolo di cadute, l’aria continua ad essere inquinata non solo dalle polveri sottili ma da un reiterato volo di “farfalle” cartacee. Non si tratta delle cartacce che circondano la nostra visuale cittadina, trasportate in aria dal vento di tramontana, ma di ben altro. Vale a dire di certe “polizze vita” accese per un valore totale di 41mila euro da parte di un signore dal romantico cognome di Romeo (Salvatore Romeo all’anagrafe) in favore della bella “Giulietta” (alias Virginia) per ringraziarla di aver favorito la sua posizione in seno al Campidoglio aumentando notevolmente i suoi emolumenti.
Senonché, nel trascinarsi dei corsi e ricorsi storici, la bella Virginia cade dalle nuvole dichiarando di non sapere nulla di quelle polizze, proprio come accadde anni fa al Ministro Claudio Scajola quando “a sua insaputa” gli regalarono una casa vista Colosseo a prezzi ridicolmente stracciati. Ecco rispuntare il naso di Pinocchio: la sindaca, “esterrefatta”, denuncia il Romeo alla Procura, destando tuttavia il sospetto che non siano vere le dicerie secondo le quali ci sarebbe stata fra i due una certa intesa… Suvvia, con che cuore mandare in galera l’uomo col quale sarebbe intercorsa una “liaison” sentimentale? Virginia è buona, Virginia è bella, ma il suo nasino rischia spesso di allungarsi.
Troppi nasi di legno
Vittorio Sgarbi, che non ne manca una per mettersi di mezzo, ha addirittura rivelato il tenore di una conversazione telefonica avuta con Grillo, nel corso della quale il comico avrebbe definito testualmente la Raggi come “una depensante”! E sembra dalla stessa registrazione che i pentastellati volessero alla guida di Roma proprio una persona che non sapesse ragionare con la sua testa ma in funzione delle loro direttive. Bravi, una bella logica vincente, grazie alla quale i signori 5stelle non solo ci dimostrano di non capire niente di politica, ma, ubbidendo al vecchio gioco di servirsi di persone “paravento” nei posti di comando, si sono dati la zappa sui piedi contravvenendo alle loro decantate regole di trasparenza e democrazia.
In una parola, si sono messi alla stregua delle strategie usate da quelle istituzioni che volevano combattere: il popolo deve stare sempre sotto, in barba al suo diritto di sovranità. Anche i 5stelle, che lo stesso popolo ha legittimamente votato, si sono rivelati dei Pinocchi.
I cittadini romani sono in fibrillazione, si sentono presi in giro e abbandonati. Da più parti si stanno armando di sacchi di sabbia e cazzuola per riempire le buche stradali disseminate in ogni quartiere, dal centro alle periferie, col risultato purtroppo effimero delle cosiddette “romanelle”. Però il Comune qualcosa ha fatto, provvedendo a transennare voragini, buche e buchette, tanto che la città appare ormai un museo a cielo aperto di happening a strisce biancorosse.
La buona volontà della cittadinanza non riceverà medaglie né riconoscimenti. Alla città paralizzata dai tassinari, alle scissioni di un Pd allo sfascio, alla profonda crisi delle municipalizzate, il Campidoglio ci mette del suo rivolgendo il pensiero “depensante” alla costruzione di un nuovo Stadio. Ma questa è un’altra narrazione. Che dire? W la Roma, W Totti!