CARTELLE PAZZE: giro turistico per la Roma della follia cartacea
Il cittadino romano è davvero privilegiato. Gli basta risultare “insolvente” per assicurarsi quella “vacanza romana”, meta irrinunciabile nel pacchetto del turista proveniente da New York o da Kathmandu. Le cartelle pazze dell’Italia… equa ci regalano infatti delle gite infrasettimanali fuori programma, sbattuti da una parte all’altra della città, al solo scopo di dimostrare che certe “notifiche” non sono mai pervenute.
E’ un iter piuttosto laborioso: avanti e indietro all’ufficio postale del quartiere dove è in tilt il sistema computerizzato; successiva fila all’ufficio verbali dei Vigili Urbani di zona, i quali ti spediscono all’Ufficio Contravvenzioni centrale, ubicato dall’altra parte della città. Altra mattinata persa, perché già sai a cosa vai incontro: impossibilità di parcheggio e fila interminabile. Torni a casa con la cartellina della pratica già stracolma di fogli.
Tutto ciò grazie alla solerzia del buon postino, il quale, non sapendo leggere un cognome in bella vista sulle targhette del citofono, per cavarsi d’ impaccio appone sulla raccomandata uno sbrigativo “sconosciuto”. Né, tantomeno, in assenza del destinatario, lascia un avviso di giacenza, mandando a sbattere la raccomandata magari alle poste del più vicino, o lontano, centro di provincia. Misteri delle peregrinazioni di una busta che, per esempio, da Roma va a sbarcare sui lidi di Pomezia, cittadina del litorale laziale!
L’…efficiente servizio postale della Capitale è da tempo affidato per lo più alle agenzie private di recapito, con personale frettoloso, noncurante, raffazzonato e malpagato. Naturalmente, il signor Rossi può fare reclamo per il disguido all’ufficio postale con dei moduli appositi ( due). Ma, visti i tempi della giacenza delle pratiche sui tavolini dell’amministrazione pubblica, l’aggravio già notevole del sollecito Equitalia subirà nel frattempo ulteriore lievitazione, arrivando a cifre inaccettabili rispetto all’importo della multa primitiva, la cui notifica non ti è mai pervenuta.
Alla fine, sorge l’atroce dubbio che esista un patto occulto tra Equitalia e i postini italiani!!
A questo punto, Equitalia ti viene incontro consigliandoti il classico ricorso al Giudice di Pace. Una volta… colà approdato, nella selva metallica di motorini accatastati l’un sull’altro, di automobili parcheggiate sui marciapiedi che ti costringono ad uno stressante slalom, arrivi all’anonimo portoncino del Giudice di Pace, un buco nero laddove la folla entra ed esce a ritmo di sabba infernale. Vedi una fila a destra, un’altra a sinistra, non ci sono cartelli di informazioni, quale sarà la fila giusta?….. Non c’è un usciere, troppo dispendioso data la crisi…. Alfine, ti imbuchi in un corridoio stretto nella speranza di trovare qualche indicazione e vedi uno sportelletto nascosto con sopra scritto “Non si danno informazioni”… Insisti caparbio e gli strappi a volo la notizia che l’ufficio informazioni sta al vicino numero civico.
Raggiungi il portone accanto e finalmente trovi al primo piano un minuscolo cartello indicato da una minuscola freccia nera con la minuscola scritta “Informazioni” e… una bella fila consolatoria che ti suggerisce di essere giunto alla meta. Sono per lo più giovani avvocati provenienti dal vicino palazzo di giustizia, muniti di pretenziose agende in pelle regalate a Natale da amici o parenti, che disseminano qua e là sul pavimento i loro pesanti caschi da motorino; sono ragazze giovani incaricate dalle agenzie che procurano i documenti a pagamento, le quali cercano in qualsiasi modo di attirare l’attenzione dei possessori di casco, belli o brutti non fa niente, basta che siano avvocati, non si sa mai…. Qualcuna più inesperta chiede chiarimenti… e allora si assiste a un generoso scambio di consigli con gli “ avvocatini” di primo pelo, non senza il provvidenziale intervento degli “avvocaticchi” con i capelli bianchi che si prodigano in cavillosi suggerimenti da “legulei”. Esiste ancora la solidarietà ….
Entri infine nel sancta santorum delle “Informazioni” abbozzando un ironico “Mi manda Picone “ (Equitalia). Risatina altrettanto ironica della cicciona addetta, che ti sbatte in mano dei moduli da riempire per la richiesta di udienza al Giudice di Pace. Una breve scorsa : il costo della domanda va da euro 37,00 a euro 206,00 ( contributo unificato) a seconda dell’entità del ricorso, più 9 fotocopie, più una marca di 8,00 euro per procedimenti superiori a euro 1.033,00.
Se il giudice accetterà il ricorso ( e passeranno dei mesi ), tornerai da mamma Equitalia che provvederà al discarico amministrativo. Eureka! Ma se la domanda verrà respinta, ti sarai sobbarcato a vuoto le spese del giudice di pace , infine costretto a pagare quell’esosa cartella che popola i sogni del contribuente. Le rate sono l’ultima ratio…
Ci assale però un dubbio. Cosa accadrà, ora che le sedi romane dell’Equitalia chiuderanno i battenti al 31 dicembre 2012 per cedere le redini della riscossione dei tributi alla società privata “Aequa Roma – S.p.A.” voluta da Alemanno? Il passaggio sarà indolore?
Dunque, Equitalia romana addio! Il Lupo Cattivo scompare dalla “ Favola delle cartelle pazze” … e tutti saranno buoni, anche gli esattori. Lo giura il Sindaco. Ma,… che fine faranno i nostri ricorsi ?! Scartoffie che voleranno intorno al Cupolone di S. Pietro, farfalle colorate per il turista alla ricerca di emozioni “ made in Italy”?
Angela Grazia Arcuri
Roma, 13 ottobre 2012.