Basta lo spostamento di una molecola verbale per scatenare reazioni a catena. Nello scenario estivo percosso dal caldo, non c’è cosa più rilassante che stare alla finestra e fare da osservatori.
Se non ci fosse da piangere, ci sarebbe da ridere. Anche in un funerale, a ben guardare, c’è un qualche risvolto comico, ad esempio la signora con gli occhiali tanto scuri che la fanno ruzzolare per le scale della chiesa.
Qui, ruzzolano tutti. Immagine per l’obiettivo, tintarella d’obbligo, cravatte sgargianti, giacche pastello, l’orecchino al lobo e un altro po’ al naso, dichiarazioni lampo tra una scappata sulle spiaggia privata in Sardegna o sul lettino UVA, tutti parlano e sparlano ‘pro domo’ loro.
Basta un battito d’ali e giù fiumi di parole.
La colonnina di mercurio e l’inquietudine per l’autunno ancor più bollente alle porte fanno cadere le remore, la prudenza, le riserve e certe ‘imperturbabilità’. Anche il marmo può sciogliersi. Ma no, gli sfoghi non sono permessi. Voce dal sen fuggita può creare il pandemonio.
Parole forti, nuovi contrasti. Entra in gioco la democrazia del Paese. Come se coloro che ci rappresentano in nome della democrazia abbiano saputo far funzionare le cose ed evitare un governo tecnico punitivo. Nessuno ha saputo a suo tempo che pesci prendere ed ora tutti a sfornare ricette sul capezzale dell’Europa. Per una riforma elettorale, che a farla ci vorrebbero pochi giorni, si sta cincischiando sui tempi secondo gli interessi di parte. La fiducia del cittadino si arrende, schiacciato nella sua nullità da un piede di Godzilla.
Si assiste ormai da decenni allo strano ribaltamento delle posizioni ideologiche. Certe istanze prima appartenenti alla sinistra sono balzate a destra e viceversa. Diavolo ed acqua santa da tempo sono scesi a compromesso: le ipocrisie della medio borghesia che vota sinistra si ritrovano la domenica a cantar messa. Dall’altro canto, certe ‘divagazioni’ personali dell’ultima politica che tanto abbassò l’indice di credibilità del Paese, magicamente sono messe a tacere sotto l’onda di un “revival” che forse, chissà, può aggiustare le intese. E’ sconcerto totale.
L’effetto farfalla sensibilizza il termometro dello spread con un battito d’ali. Una parola, un sussurro, un alito di vento, un dito che si alza, se ne appropriano i mercati lì pronti come falchi a cogliere lo spostamento dell’ago anche di un millimetro. Gli abbronzati del quartierino, di tutti i quartierini, combineranno qualche accrocco per presentarsi all’appuntamento elettorale nell’ansia di riprendere in mano ciò che essi stessi si sono fatti togliere di mano.
Ma, chi ci spingerà alle urne? …….
Angela Grazia Arcuri
Roma, 9 agosto 2012.