ROSY MAURO: LA “MAMMA EBE” DEL CARROCCIO

La democrazia non è uno scherzo: chi ha voce salga le scale di Montecitorio e troverà spianato un tappeto di fiori dal voto popolare. Con la benedizione di qualcuno, si potrà anche aspirare a certe cariche di alto livello, tipo Vicepresidente del Senato.
Era appunto la Vicepresidente dei Seniores, alias Rosy Mauro, quella brunona mediterranea che, nel dicembre 2010, sostituendo Schifani a un’importante votazione al Senato, sbigottì l’Italia intera. Assistemmo così a un sorprendente show nell’aula di Montecitorio: sembrava di essere al gioco delle “tre carte” nel mercatino romano di Porta Portese ! E la una, la due e la tre…VIA!!
L’autorevolezza della carica si trasformava in bieca autorità, uno spiacevole tono di comando, di battute veloci e concise che non si aspettavano obiezioni di sorta. L’assistente che le era accanto, stravolto da quella forsennata, non sapeva più che pesci prendere, non riusciva a fermarla… e i senatori votanti sembravano tante pecorelle smarrite. Sì che le votazioni furono annullate.
Già, Rosy Mauro, ragioniera con diploma postumo, sembra, sindacalista di origine calabrese ( una “terrona” accolta dalla Lega, vedi un po’), preparazione tecnica e pragmatica, assurta alla Vice Presidenza del Senato. Potenza della “femmina”.
L’accostamento a Mamma Ebe viene spontaneo: quella una santona guaritrice, la Mauro dotata di altrettanto potere carismatico nel cosiddetto ‘cerchio magico’, evocante ‘sabba’ intorno ai falò della bandiera italiana in quel territorio padano solcato da nebbie verdastre. Ma il parallelismo tra le due donne è più che altro sul piano fisico. La Rosy, anche lei “nera”, lunga chioma corvina, carnagione da creola, sguardo ombroso e caratterino non umbratile ma fin troppo estroverso, sorriso incantatore da far invidia alla pubblicità dei dentifrici sbiancanti, ci sono caduti tutti i maschi ‘vigorosi’ della Padania, che dopo la scandalosa debacle del partito sembrano aver perduto i loro ferrei attributi.
L’eminenza grigia, la ‘pasionaria’, è stata epurata dal Carroccio, lei che il giorno prima fece sgorgare la lacrima dai suoi occhi fiammeggianti, ospite di “Porta a Porta”; lei che ha sconfessato la sua presunta ‘liaison’ con il giovane poliziotto-cantante emulo di Elvis Presley, suo protetto fino all’altro ieri, in una comune storia di diplomi e lauree negoziati in territorio elvetico.
La folla esulta alla decisione di Maroni, nuovo, fisiologico successore alla guida del partito. E’ la stessa folla che ieri applaudiva lei, la ‘nera’, sui palchi al fianco protettivo e benedicente del Senatùr.
Specchio di un Paese sensibile e aperto, dove tutto è possibile, l’Italia delle Ciccioline e delle Nicole Minetti, dei Luigi Lusi o dei Belsito e Dagrada: figure minuscole e ambigue, povere ombre alla ricerca di un’identità mai cercata perché cercano ben altro, manovratori e manovratrici, scaraventate dai letti del potere o da avide ambizioni a far man bassa della cosa pubblica.
Le intercettazioni hanno fatto il loro corso…. Resta un vago mal di pancia.
Angela Grazia Arcuri
Roma, 13 aprile 2012