Brevinews: una notizia,un commento
Pivetti Irene, esodata – Ieri, scialba figurina sul terzo trono della Repubblica, oggi nei salotti pettegolieri di Mamma Rai, onnipresente ed onnipimpante nella nuova veste di autorevole opinionista. Il braccio corto del “salva Italia” ha colpito anche lei: niente più auto bleu, ufficio e segreteria. Non solo. Dovrà anche lei attendere i 60 anni per avere la pensione.
“E’ un attacco ad personam!” – ha dichiarato indignata , non mancando di preoccuparsi per la perdita del posto dei suoi collaboratori…. Quale animo generoso, lei che si è messa a nudo in una recente intervista, rivelando la sua attuale e precaria condizione economica: non ha più un’automobile personale, si muove in autobus, vive in affitto non potendosi permettere un mutuo per l’acquisto di una casa in mancanza di un posto fisso….Insomma, lo specchio esatto della massa di italiani impoveriti dalla crisi.
Povera Irene, cerca comprensione e bisogna capirla. Già, bisogna capire che fine hanno fatto tutti gli emolumenti percepiti durante il periodo della carica a Presidente della Camera, bisogna capire quanti ne ha risparmiati con l’auto bleu e quanti con l’ufficio e la segreteria a Montecitorio. Li ha forse poi spesi per la cura dell’immagine, una volta lanciata nella spettacolare metamorfosi ? Donna volitiva e chiaramente ambiziosa, ha voluto gareggiare con la sorella Veronica in glamour, lasciandosi volteggiare in gare di ballo e ardite performances: come a dire, dagli austeri scranni di Montecitorio alle balere televisive. Un bel salto di qualità.
Ora, non sa come arrivare a fine mese. Chiediamolo alla “signora della porta accanto”, tre figli e un marito disoccupato e lei sola a portare avanti la baracca piegando schiena e ginocchia non per esibizioni tersicoree ma come donna delle pulizie…. Chiediamolo a tutti coloro che giungono al suicidio, a quelle “torce umane” che preferiscono il bruciante terrore del fuoco alla cruda e gelida disperazione del vivere.
E poi, se c’è qualcuno che l’ha incontrata a far gomitate in un autobus romano, si faccia avanti. Come a “Chi l’ha visto”….
Tombe inviolate – Ci fanno infine sapere che la tomba del boss della Magliana De Pedis non verrà aperta! Che fosse stato sepolto nella Chiesa di S.Apollinare a Roma, proprietà del Vaticano, fu a suo tempo motivo di enorme pubblica meraviglia e indignazione. Ma che ora una precisa volontà ne impedisca la riapertura, non ci smuove un zin-zin di sorpresa . Qualcuno sperava il contrario?
Pietro Orlandi, il fratello di Emanuela, sta combattendo una battaglia impari, lo zoccolo è duro, ma lui non demorde. Qualcuno sa … ma non parlerà mai.
DNA ed errori giudiziari – Da quando è comparso sui nostri orizzonti questo magico acronimo che sta per “acido desossiribonucleico”, rappresentato da una spirale stranamente somigliante al serpente che gira intorno alla verga di Esculapio, la nostra vita è cambiata. Basta fare un esame del Dna e tutto si risolve nella prova del fuoco. Un padre non è sicuro della sua paternità? Dna. Un capello, un pezzetto d’unghia, un po’ di saliva, una goccia di sangue per scoprire l’autore del delitto? Dna.
Infatti, i laboratori di analisi avranno un bel daffare con la riapertura dei numerosi casi giudiziari. Ma pare che l’esame del genoma non offra tempi così precisi, cosìcchè, vedi il delitto di Simonetta Cesaroni, una traccia di “saliva” trovata sul suo reggiseno e appartenente al fidanzato non può essere fatta risalire a un giorno esatto di vent’anni fa, se lasciata cioè il giorno prima o il giorno stesso del delitto. Lo spostamento di un giorno decide dell’innocenza di Busco.
Non solo. In tutti questi delitti vengono a manifestarsi tante di quelle incongruenze nel corso delle indagini, tante sviste e leggerezze e forse mancanza di coordinamento, che vedono emergere dopo anni elementi trascurati nel primo grado di giudizio. Altro esempio eclatante nel processo Cesaroni: finì agli atti un foglietto con appunti frettolosi scritti addirittura dagli stessi poliziotti della scientifica sul luogo del delitto. Inoltre, perché non si è dato più peso al suicidio del portiere di Via Poma, Pietrino Vanacore? Fu suicidio o altro, lui che sapeva…? Non ci risulta che se ne parli.
Quien sabe. Dna non decisivi, distrazioni , approssimazioni e trascuratezze del tutto umane ma determinanti al momento di un giudizio che manderà innocenti in galera o colpevoli in giro fra la gente.
Cara bolletta! – Interessa a qualcuno l’argomento? … Per chi non lo sapesse, le bollette sono quei rettangoli cartacei che, ogni due o tre mesi puntualmente, svolazzano come proditorie farfalle nella cassetta postale riservandoci la spasmodica attesa di leggere quelle fatidiche cifre stampigliate in grassetto, in alto a destra. Sono quelle che decideranno, come un oroscopo di Fox, se la nostra giornata sarà positiva o negativa, se dovremo rallegrarci per una previsione di calcolo sbagliata per eccesso o farci prendere da paturnie recriminatorie per essere stati troppo generosi nell’accensione del riscaldamento nel periodo di neve-gelo. I conguagli, poi, sono in agguato, lì, in un angolino della cassetta postale, a ridacchiare sadici prefigurandosi la nostra espressione nel fatale ‘rendez-vous’.
Gli aumenti dal mese di marzo e per tutto l’anno 2012 (se basta), l’IMU, il caro benzina e tutto il resto ci chiariranno cosa vuol dire “ piangere lacrime di sangue”…
Il ragazzo “sandwich” – La disperazione o porta ad atti estremi o aguzza la fantasia. Un giovane sardo, vedi caso senza lavoro, ne ha pensata una bella. Si è trasformato in immagine “sandwich” , scrivendo sui cartelloni davanti e dietro a lettere cubitali “Disoccupato in affitto” e girando a piedi tutta la Penisola. La gente lo ferma, ammicca, annuisce comprensiva nel comune destino, molti gli offrono qualche lavoretto o gli dicono “Ripassi fra un po’…”. E passa e spassa, gira e rigira, di sicuro la sua disperata fantasia verrà premiata in qualche modo. Un po’ di ottimismo ci vuole…
Angela Grazia Arcuri
4 aprile 2012