Arrivati a questo punto, dovrei tacermi. Come Nanni Moretti nell’Ecce Bombo, farei meglio a non proseguire nei miei goffi tentativi di barcamenarmi tra il serio e il faceto su certi temi caldi o farei meglio a lasciare le argomentazioni alla nuda cronaca e ai legulei ? Ma poi, non mi taccio. I fatti “a botta e risposta “, partoriti in fase onirica dai “decisionisti” delle istituzioni, mi muovono la penna ballerina. Dire o non dire? Verrò fraintesa? Ma poi diciamo, di fronte alla vena di follia del “chi fa” e “chi disfa”.
E’ come la tela di Penelope. E non si capisce bene quanto rientri nell’atto arbitrario “chi fa” o “chi disfa”. Un giorno il ministro Alfano vieta la trascrizione in Italia dei matrimoni gay contratti all’estero, il giorno dopo il sindaco Marino risponde con un rovescio a due mani, facendo firmare a sedici coppie gay la trascrizione del loro matrimonio estero presso il Comune di Roma.
Chi attrae l’attenzione sono i pargoli, mica aria fritta. I pargoli ci sono, e come ci sono, belli, vispi, rubensiani, sgambettanti tra le braccia di due “lui” o due “lei” che si amano, che si sono scelti, presi di mira dai flash con in mezzo il sindaco Marino, dio pronubo e trionfante.
La scena è quasi mitologica e, perché no, commovente. Commovente una foto, che ritrae una di queste giovani donne seduta di spalle con in un braccio un bimbo, la cui manina cicciottella cinge la vita della mamma, probabilmente quella biologica. La seconda mamma è davanti, in piedi, e li guarda con amore. Più in là, due papà con due figli, che sicuramente non sono venuti al mondo per capacità biologiche, ma prendendo in prestito l’utero di un’amica o dell’amica di un’amica, forse gratis et amore dei , forse a pagamento. Ma papà felici.
Commuovono queste coppie, raggianti come una pasqua, si abbracciano, si fanno i selfie, piangono ridendo e ridono piangendo. Bisogna capirli. L’amore è una cosa “meravigliossa”, proprio con due “s”, per non restare nel banale delle frasi fatte. E non li sfiora il dubbio di essere strumento di chi vuol lasciare un’impronta epocale nella politica del “fare”. “Lasciate che i pargoli vengano a me” aveva detto già un Tale qualche tempo fa, non certo nell’intenzione di diventare un giorno Jesus Christ Superstar.
Dal canto suo, un Alfano vagamente giustizialista nega la validità di quelle firme al Campidoglio dicendo che si tratta di inutili “autografi”. Cosicché si fronteggiano due sponde: da una parte chi tira fuori i muscoli dello status quo e dall’altra i garantisti al passo coi tempi. Ma sembra piuttosto chiaro che il popolo Lgbt significa capitale umano da sfruttare in un momento in cui c’è bisogno di consensi con l’assopita reazione popolare nei confronti del caos politico.
Va tutto il rispetto a queste coppie, disposte a qualsiasi sacrificio e trafila pur di avere la loro progenie, che non nasce peraltro in virtù dello Spirito Santo. O, casomai, di un moderno spirito santo assai operoso in fatto di inseminazioni, grazie all’approvazione dell’ eterologa. E’ vero, erano costrette ad andare all’estero e non era giusto. Ma andavano all’estero perché potevano permetterselo. Quante coppie italiane non fertili dovevano invece rinunciare al progetto genitoriale? Ora, finalmente, fa da apripista l’Ospedale di Careggi in Toscana, dove sono iniziati i primi interventi di eterologa, con una lunga lista di richiedenti e donatori. L’intervento non si risolve in una sola fase ed è gratuito, ma i costi aggiuntivi saranno a carico degli interessati.
Ben vengano tutti i diritti civili al popolo gay, anche i matrimoni, solo se a fianco non debbano continuare a sussistere le più assurde ed anacronistiche ingiustizie sulle spalle delle fasce più deboli del Paese. Nessuno deve essere primo. La “reversibilità della pensione” ad esempio, giustamente reclamata dalle coppie gay, non viene attualmente distribuita in modo equo sul resto della popolazione, laddove esistono casi di doppia pensione, la propria da ex dipendenti e la quota di reversibilità del defunto. Non andiamo oltre sui “doppioni”. E intanto i tagli lineari effettuati sulla Sanità pubblica pesano enormemente su tutti. Dove le priorità di intervento?
A quelli della vecchia guardia resta difficile entrare nell’ottica del cambiamento, accettare tutte queste svolte tanto repentine, ma dobbiamo metterci in testa l’idea di una società diversa, dove tutti debbono coesistere con gli stessi diritti e doveri. Dobbiamo spolverarci di dosso i pregiudizi, nuovi cieli e nuova terra. Ci saranno ancora vittime, le solite che pagano per tutti. Tant’è. Semmai, ci dirà il futuro quali frutti ne saranno sortiti nel premere le ruote del progresso e se questo progresso si sarà rivelato tale. Ora siamo in fase di rimescolamento delle pulsioni, un calderone ribollente che travasa da tutte le parti e ci intima di abbassare la fiamma al punto giusto.
Ad Assisi sventolano bandiere arcobaleno, ormai simbolo unificato per qualsiasi istanza di pace e uguaglianza sociale, mentre da anni infierisce quella “terza guerra mondiale” prevista da Einstein, strisciante, cattiva, figlia degli interessi e forse proprio dei pregiudizi.
Angela Grazia Arcuri
21 ottobre 2014