“Velo bianco” al vento dei codici civili
Mi sposo, non mi sposo,… ma come mi sposo? Sulle copertine, l’operazione matrimonio sembra esclusivo appannaggio dello star-system. Tra le coppie dei giovani senza lavoro una chimera, tanto che quasi non ci pensano più, lasciando nel cassetto le fedi nuziali in attesa di tempi migliori.
Ad invocare a gran voce il crisma del matrimonio gli italiani di appartenenza gay, coloro che finora si sono visti negare certi diritti ai quali il nuovo corso renziano offre adesso uno spiraglio con un ddl che li parifica in buona parte a quelli delle coppie tradizionali. Ma non si chiameranno “matrimoni” bensì “unioni civili”, con alcune clausole relative all’adozione dei figli secondo il modello teutonico. E’ la politica dei piccoli passi di Renzi, una pietra miliare per il cambiamento, approvata finanche dai vertici ecclesiastici, volenti o nolenti, e con buona pace di Alfano che si era opposto alla registrazione in Italia dei matrimoni gay contratti all’estero.
Tra i nostri politici di sinistra, sembra soddisfatta Paola Concia, la quale coglie ogni occasione per magnificare la sua unione con l’amata compagna tedesca Ricarda, già sposata in Germania, laddove, occorre dirlo, la distanza favorisce l’accordo e alimenta i desideri. Ed i suoi entusiasmi quasi adolescenziali suscitano il consenso che si deve ai superinnamorati.
Da parte sua, Cecchi Paone non fa mistero di essere scettico verso il legame matrimoniale, ormai affezionato alla sua libertà di single. Così anche si pronuncia il ciellino Formigoni. Ed è fresca la notizia della dissolvenza del profumato vincolo Dolce e Gabbana dopo anni di perfetto amore. La crisi funziona per tutti.
Notiamo però le differenze. Favorevoli alla convivenza more-uxorio sono sempre le donne, naturalmente le più sentimentali, con un dna portato alla famiglia e alla riproduzione. Due donne che si uniscono tendono ad avere figli e ad allevarli sicuramente con migliore cura rispetto a certe famiglie di oggigiorno che ve le raccomando.
In questi giorni è Luxuria ad offrirci lo spunto per ondeggiare dal serio al semiserio. Ma per davvero che ad Arcore si fa l’Italia o si muore?! Il trio Berlusconi- Pascale- Luxuria, insieme a cena a Villa San Martino, pare abbia gettato le basi per un accordo trilaterale sulle unioni civili senza precedenti. La cenetta, a base di risotto al tartufo, afrodisiaco, è stata assai apprezzata sia da Luxuria che dallo stesso Cav, costretto dalla Pascale a una dieta strettamente vegetariana, depurativa e dimagrante. Ora, la popolare Luxuria può andare a casa di chi le pare, anche da chi fino a qualche anno fa aveva espresso in modo lapalissiano i propri gusti etero, quando, nel bailamme dell’affare Ruby, aveva detto “meglio le donne che gli uomini!”. Che una persona sia etero non gli vieta essere amica di un gay e combattere per i suoi diritti. Ma forse il risotto afrodisiaco ammannito dalla compagna ha raggiunto lo scopo nel farlo cedere alle lusinghe della coalizione femminile ed approvare da parte di Forza Italia le unioni civili. O più verosimilmente, il programmino conviviale era stato studiato a tavolino.
Anche il direttore del Giornale, Vittorio Feltri, il quale si era dimostrato in passato simpatizzante omofobo, si è fatto coinvolgere nella battaglia della Pascale, iscrivendosi in tandem all’Arcigay. Per provocazione, ha detto.
Quando i più elementari diritti umani vengono strumentalizzati dai risotti politici per ottenere consensi a scopi elettorali… Chi fa comodo a chi?
Angela Grazia Arcuri
16 ottobre 2014