GENOVA ANCORA AL DISASTRO: e scaricano la colpa sui meteorologi!!
Roma – Stavolta è Paolo Sottocorona, lo “scienziato del meteo”, a prendere le difese di una categoria tanto amata quanto criticata. Il simpatico capitano, che ogni mattina su La7 nel corso della trasmissione Omnibus si fa intermediario tra il cielo e la terra, ha usato toni piuttosto accesi e legittimi a seguito dell’ennesima e tragica alluvione di Genova, spiegando accuratamente, com’è solito fare, le ragioni del “supposto” mancato allarme da parte dei meteorologi.
Senza metafore, il capitano ha ribadito con forza come le istituzioni vadano scaricando da anni ed anni le loro responsabilità al momento di tali irreparabili evenienze. Ma vediamone la reale causa .
I fatti scatenanti vanno fatti risalire a:
– le forti piogge amplificate dal surriscaldamento del pianeta
– la morfologia del territorio
– la cementificazione selvaggia e il disboscamento
– il degrado e l’incuria del territorio
Dal 1950 e soltanto fino al 2012, in Italia si configurano oltre 6600 comuni a rischio idrogeologico, sono avvenute 1061 frane, 672 inondazioni con 1760 vittime.
Alla criticità reale del territorio della nostra penisola va aggiunta, in primo piano, la violenza esercitata sulla natura, che si ribella con altrettanta violenza. Deviare dal loro letto naturale i corsi d’acqua per fare posto ad infrastrutture o ad interessati quanto sconsiderati progetti edilizi si rivela l’atto più irresponsabile da parte dell’uomo. Il torrente Bisagno, la cui foce è a un tiro di schioppo da Genova, si è fatto risentire a distanza di tre anni, facendo ancora tabula rasa di tutto, lasciando di nuovo i genovesi a dover ricominciare daccapo la loro ricostruzione. Ma un morto di 57 anni non godrà di questo privilegio…
Ci piace ricordare alcuni stralci dell’articolo che scrivemmo nel novembre 2011 su questo stesso foglio, “ Genova: apocalypse now”:
“…Grazie per le vittime della Liguria, grazie agli speculatori immobiliari, grazie agli amministratori senza scrupoli che concedono le licenze edilizie…..Le lacrime del dopo sono solo gocce nella fiumana delle acque che straripano prepotenti, quelle acque che pretendono, per inderogabile legge di natura, di scorrere su terreni accoglienti e non entro alvei resi refrattari dal cemento armato”.
Disastri annunciati, morti annunciate. E’ facile scaricare le colpa sulla meteorologia, che è davvero non sempre prevedibile, mentre le responsabilità umane non cadono dal cielo.
Angela Grazia Arcuri
11 ottobre 2014