Tar…tassati? E il cittadino non consuma…

I commercialisti stanno tutti nel pallone, non sanno che pesci prendere. La pioggia di tributi arrivati all’improvviso, con scadenze ravvicinate in gennaio e improbabili cifre di conguaglio stanno mettendo i cittadini in ginocchio. “Servizi indivisibili” per i rifiuti?! Ma ci pensano sopra la notte per scompisciare le meningi del contribuente?
Gli uffici postali sono una bolgia per il pagamento del mod. F24 relativo alla mini Imu. Non tutti ancora pagano online. Ma fare i conti da soli appare piuttosto rischioso, meglio affidarsi al commercialista che, buon per lui, malgrado il mal di testa, qualcosa se la guadagna.
Tari, Tasi, Tares, Imu…Iuc, lo scioglilingua degli acronimi ci fa allenare il cervello perché lo Stato, carino lui, non vuole che i suoi beneamati contribuenti finiscano tutti in alzheimer. Ma, scongiurando l’alzheimer, viene sicuramente il singhiozzo nel pronunziare quell ‘onomatopeico “Iuc!”. Quindi, per inghiottire il malloppo delle tasse, rimane una sola cosa da fare, alleggerire il carrello della spesa. Farà bene alla salute e alle tasche svuotate. Ma un eccesso di risparmio, che per tanti è obbligato e per altri una scelta di salvaguardia per un futuro incerto, può originare strani fenomeni sulla macroeconomia: la deflazione è in agguato!
Avviene infatti che, con l’abbassamento dei consumi e il conseguente abbattimento dei prezzi per la debolezza della domanda , si va a creare una spirale perversa, laddove il minor guadagno delle aziende va a ripercuotersi sui costi per beni e servizi, primo fra tutti il costo del lavoro, con licenziamenti o turn-over e minor ricorso al credito. La cosiddetta deflazione è un fenomeno contrario all’inflazione e si presenta ciclicamente nei periodi di recessione economica di un Paese. Tutto ciò favorisce la speculazione, allontanando la possibilità e la voglia di investimenti, altro che crescita.
I più realistici sulla situazione dell’Italia lanciano un grido d’allarme: abbiamo poco tempo per arginare la situazione, pochi mesi soltanto. Fate vobis.
Lasciamo intanto i ragionieri di Stato e comunali a compilare nottetempo i cervellotici ed affrettati sistemini di pagamento che rasentano l’idiozia, con 5 euro là, 15 di sotto, 100 di sopra, nella confusione degli F24 incollati a ogni tributo, per lasciarci indifesi, spremuti e sopraffatti, a differenziare non solo i rifiuti ma… i nostri consumi.
Angela Grazia Arcuri
16 gennaio 2013