CONSERVATI PER L’ETERNITA’: colpa del cibo?

Argomento piuttosto macabro, quello della dipartita finale, che però può essere esorcizzato con qualche risatina a denti stretti.
Lo sapete che già da tempo, e su scala internazionale, si è andata registrando nei cimiteri una bella scoperta? I necrofori , o più popolarmente “camposantari”, al momento di sloggiare i corpi dalla sacralità del riparo ligneo chiamato tristemente “bara”, al fine di trasferire l’ormai muto inquilino ridotto a un mucchietto di ossa nell’appropriato sito alloggiativo denominato “ossario”, si stanno trovando di fronte a un inspiegabile fenomeno. I trapassati sembrano appena usciti dalle mani del cosiddetto “tanatoesteta” (dal greco “colui che trucca i morti”) in quanto si presentano in perfetto stato di conservazione.
Mistero, miracolo? Il fatto piuttosto inquietante è allo studio degli esperti e finora vengono privilegiate alcune ipotesi. Vuoi vedere che è tutta colpa (o merito?) del cibo che mangiamoricco di conservanti? E’ lo stesso cibo che ci spedisce all’altro mondo, ma che ci preserverebbe intatti per l’eternità. A noi la scelta: continuare a rimpinzarci di cibarie industrializzate conservando per i posteri un corpo mummificato o scegliere il cibo “ bio” per poi, una volta trapassati, “mineralizzarci” secondo processo naturale favorendo così il ricambio degli ospiti nei luoghi dell’eterno riposo?
Inoltre, è da considerare che già dagli anni Sessanta abbiamo iniziato a portarci in casa i primi cibi preconfezionati o precotti, che contengono meno batteri. Di conseguenza, la minore quantità di batteri nei nostri intestini ci rallenta il processo di decomposizione una volta chiamati per l’Aldilà. Non dimentichiamo che gli stessi animali che ci nutrono vengono imbottiti di antibiotici al pari di noi umani. Un bomba di antibiotici!
Il problema della popolazione cimiteriale è quanto mai serio come quello carcerario, laddove ogni due anni si rende necessario un condono per sfoltire le prigioni diventate ormai deighetti umani. Ma l’amnistia per i cadaveri non è stata ancora inventata, se non nelle pellicole horror dove eserciti di zombi da Grand Guignol se ne vanno a spasso per le strade delle metropoli assetati di prede umane.
Al di là delle battute, qualcuno fa notare che molto spesso una più o meno celere decomposizione può dipendere da una chiusura non abbastanza ermetica della bara, cioè non effettuata a regola d’arte. Infatti, basta uno spiffero per accelerare la decomposizione di un corpo verso quel naturale e ineluttabile destino che recita “polvere sei e polvere ritornerai”. Ce lo insegnano quegli archeologi , costretti ad usare estrema cautela nella scoperta di certi reperti funerari a contatto improvviso con l’aria. Pluff! e il caro defunto viene restituito a madre terra.
Naturalmente, il fenomeno di sorprendere certi corpi ben conservati può verificarsi anche per i trapassati in epoche non sospette, quando non esistevano le sostanze conservanti nei cibi. La letteratura ce lo racconta, specie quella religiosa. Santi subito? Se non si sono verificati miracoli che predestinano il defunto all’aureola della santità, ebbene è probabile che ci si trovi davanti a un individuo nato con un dna davvero speciale. Forse un extraterrestre? Niente di più facile, visto che si parla da anni di “visitors” nascosti tra di noi per osservarci da vicino.
Sotto la splendida maschera di Tutankhamon , si è rivelato un umanissimo cadavere mummificato dagli unguenti e conservanti naturali. Se, ahinoi, non possiamo permetterci al momento della dipartita il tanatoesteta che ci spalmi di “natron” come faraoni egizi, dovremo accontentarci di un doveroso omaggio di saluto, costituito dagli abbondanti prodotti della moderna industria del make-up arricchiti di “parabeni”.
Additivi, coloranti, antibiotici…. meglio conservati di così!
Angela Grazia Arcuri
8 dicembre 2013