GIAMPAOLO PANSA: COME SCORAGGIARE I GIOVANI

di Angela Grazia Arcuri
Emulo di Steve Jobs… ma al contrario, il noto giornalista e saggista Giampaolo Pansa si è prodigato a sorreggere lo spirito già tanto “ underground “ dei nostri giovani nei confronti delle loro aspettative future.
E’ di questi giorni. Pansa è comparso su alcune reti televisive a presentare il suo ultimo libro e, in un programma pomeridiano ove si dibatteva l’attuale problema dell’occupazione, il giornalista ha “esortato” i numerosi giovani presenti a non perseguire “programmi personali che non possono essere realizzati” (sic!), creando nella sala televisiva un visibile e palpabile imbarazzo.
Ciò proprio quando tutto il mondo giovanile ha ancora negli orecchi il discorso dello scomparso Steve Jobs (pubblicato opportunamente sul nostro giornale con un video), dove il “visionario” creatore del “Mac” parlava anni addietro ai giovani neolaureati dell’Università americana di Stanford: un discorso che, riascoltato e rivivificato dai mezzi di comunicazione, porta un messaggio nuovo e confortante tra tanti profeti di sventure.
“Stay hungry, stay foolish!”, disse Steve Jobs e la sua frase deve restare il motto dei giovani, la loro bandiera.
Di tutt’altro tenore il pensiero di Giampaolo Pansa, il quale ha inoltre offerto, a proposito della frase di Jobs, una gustosa interpretazione del tutto… personale, traducendo addirittura alla lettera quell’aggettivo “hungry” (affamato) con una spiegazione che suonava pressappoco così: “…. Beh, si può casomai parlare di “fame” per le popolazioni del sud, quand’anche… oggigiorno…..”. Non si è capito bene cosa intendesse: popolazione di quale sud? Del sud Italia o del Sud America o di tutti i sud del mondo? Forse Pansa non ha proprio letto o quantomeno ascoltato il discorso di Steve Jobs e, preso alla sprovvista durante la trasmissione, ha improvvisato una vaga riflessione sulla “fame” nel mondo.
Se l’avesse perlomeno ascoltato, come un po’ tutti, non gli sarebbe davvero sfuggito il vero significato che Jobs voleva dare a quell’”hungry”. Si può aver fame non solo del “piatto di spaghetti”, ma di “sapere”, di “conoscenza”, di “successo delle proprie idee”, ecc. ecc. , mentre il “foolish” è quel pizzico di sana pazzia, necessario per farsi avanti nella vita, il rischio, l’avventura. Sicuramente, Pansa ben conosce, da uomo di cultura, il significato dell’essere “hungry”, ma ci sorge il dubbio che non abbia mai sperimentato l’essere “foolish”, che deduciamo dalla sopracitata dichiarazione di assoluto senso realistico, che non dà adito ad alcun volo pindarico.
Forse il simpatico Pansa, preso dalle sue cure letterarie, si è un po’ distratto e, in tutt’altre faccende affaccendato, ha perso un po’ la bussola….. Non ce ne voglia.
11 ottobre 2011