Affitta un marito in tempi di crisi
Donne! Siete delle singles disperate, bisognose di qualcuno che ripari la vostra serranda o che provveda a sostituire la guarnizione del rubinetto che gocciola? Oppure siete malmaritate con un coniuge pigro o incapace di attaccare nemmeno un chiodo?
Vi viene in aiuto “ Un marito in affitto”, l’ organizzazione europea in franchising presente in Italia con oltre 30 affiliati, in Austria con 4 e in via di forte espansione negli altri Paesi europei. Appare subito piuttosto provocatorio il tenore del marchio che il Gruppo ha inteso adottare. Le domande pullulano e, strano a dirsi, pare che la clientela femminile appartenente all’universo della singletudine non superi affatto quella delle coniugate con un pareggio sorprendente del 50 a 50.
Perché vi si reclutano soltanto uomini? Non esistono forse donne capaci di manualità tecnica e disoccupate al pari degli uomini? Ma allora l’ agenzia in questione diventerebbe una qualsiasi, anonima cooperativa privata di collocamento che offre lavoro a persone d’ambo i sessi. Ebbene, volendo dare una lettura all’ideazione provocatoria dell’iniziativa, è proprio l’impatto subliminale del “logo”.
Intanto, sembra che la sua specificità assuma una funzione sociale non trascurabile di questi tempi. E’ chiaro come venga offerta l’opportunità non solo economica ma anche di sostegno psicologico a quelle famiglie laddove il marito disoccupato avverte tutto il disagio della sua inattività con riflessi assai negativi sul rapporto coniugale. Per retaggio storico, è stato sempre l’uomo a rappresentare la guida economica della famiglia e, una volta disoccupato, si adatta di malavoglia a fare il “mammo”. Meglio mettersi “in affitto” piuttosto che intristirsi tra le mura domestiche a tempo pieno. La violenza di un uomo succube del mantenimento femminile è sempre dietro l’angolo.
L’altro risvolto è quello delle donne che un marito che lavora ce l’hanno ma che, una volta tornato a casa, bivacca sul divano perché stanco dopo una giornata di lavoro o che proprio in casa non è capace di smuovere un tubo. Viene in mente l’episodio di quel libro, “Tre uomini in barca – per non parlar del cane” di Jerome K. Jerome, divenuto un classico umoristico nella letteratura inglese dell’ultimo ‘800, dove lo zio Podger crea un esilarante pandemonio solo per attaccare un quadruccio. Una gag non dimenticata dai milioni di lettori non solo inglesi ma di tutto il mondo.
Quando poi sono marito e moglie a lavorare fuori casa, tempo, voglia e perizia non ce n’è proprio per la riparazione degli improvvisi guasti domestici. Una telefonata ed ecco il marito-bis a salvare le situazioni. Niente di nuovo sotto il sole, solo che il prestatore di manodopera “in affitto” ha pretese assai meno astronomiche del classico idraulico o falegname o imbianchino: 20-30 euro l’ora. Un affitto sostenibile se si tratta di lavoretti di breve durata. Se poi riflettiamo che la tariffa di un qualsiasi intervento tecnico contempla un costo di sola “chiamata” pari o superiore, più eventuali pezzi di ricambio più la durata della manodopera, c’è da farsi un po’ di conti sopra e fare le differenze.
Vero è che ormai ogni quartiere urbano possiede tutte le caratteristiche di un paese, dove ognuno si conosce e non è difficile avere a portata di mano l’ometto tuttofare o l’amico dell’amico prestatore d’opera a buon mercato. Ma il problema si presenta nei mesi estivi quando tutti si volatilizzano e intorno si fa il deserto. Ed ecco pronto “il marito in affitto”. Anche la nota organizzazione Groupon ha colto la palla al balzo, cogliendo una buona occasione di “business” con l’offerta di mariti in affitto confezionati in “pacchetti” di propaganda proprio come per gli esami clinici. Colesterolo e trigliceridi accanto a chiave inglese e trapano! Vengano, belle signore, vengano, si offre a 2 anziché a 3!
Resta infine un breve flash, il più emblematico, sull’impatto che il titolo dell’agenzia va a suscitare presso la categoria femminile delle donne prive della dolce metà. Non è azzardato arguire che qualche single con problemi, come dire, di solitudine potrebbe equivocare sull’offerta facendosi attrarre dalla prospettiva di poter unire, perché no, l’utile al dilettevole. Tutto dipende da chi bussa alla porta !…
di Angela Grazia Arcuri
Roma, 28 agosto 2013