FATTI ITALIANI: politica oggi e cultura anno zero

Assistiamo da consueti osservatori agli affreschi estivi di una politica italiana che ci conduce verso incognite abbastanza prevedibili. Il cittadino diafano è in mano del solito drappello di politici abbronzati, che si allontanano dai raggi Uva o dalle loro spiaggette assai privèe per affacciarsi al Palazzo o ai talk-show di prammatica per addormentare le nostre coscienze di parole, parole, parole.
Ma l’italiano è assai sveglio. Con ansia crescente, guarda all’autunno del redde rationem chiedendosi come far quadrare il registro di cassa. Intanto, assiste sconsolato ai teatrini del potere che se la giocano di riffa o di raffa per conservare quel posto al sole che milioni di italiani stanno ormai perdendo di ora in ora. L’eccellenza dei “marchi” italiani si sta trasferendo a ritmo galoppante verso lidi migliori per quel fenomeno che chiamano “deindustrializzazione”. Si assiste alla dismissione di fabbriche, di capannoni, di piccole e grandi imprese in un triste esilio verso terre nuove, gente nuova, lontani dagli affetti familiari, costretti a ricominciare da zero, emigranti del Duemila. E’ la sopravvivenza. Poveri noi, l’Italia che era uno dei fiori all’occhiello del comparto industriale.
E mentre si consumano certi drammi, quasi silenziosi, quasi scivolati nel bailamme delle affrettate notizie ufficiali, rimbalzano all’onore della cronaca dei fatti che vanno a gonfiarsi di priorità per distrarre l’opinione pubblica e mettere in crisi un assetto di governo già traballante con i casi giudiziari del Cavaliere. Parliamo dell’affaire Shalabayeva, moglie del dissidente ricercato kazako Ablyazov. Entrano in ballo servizi segreti, blitz arbitrari a Casal Palocco, violazione dei diritti umani, passaporti invalidati e poi riconosciuti validi, asili politici non richiesti, rimpatrio forzato di una donna e di una bambina, tribunali dei minori, e tante tante bugie e contraddizioni. Diventa la miglior trama per un thrilling alla 007 in cui vengono coinvolte le figure di maggior rilievo delle istituzioni politiche e giudiziarie del Paese in una girandola di “inconsapevoli” responsabilità. Inconsapevolezza reale od artefatta? Frutto di manovre, cioè, per affossare certi equilibri a malapena raggiunti?
Anche la scivolata marchiana del verde Calderoli nei confronti del Ministro Kyenge condisce di pepe molto amaro il piatto estivo. L’avventato vice presidente del Senato, non nuovo a certe gaffes, ha solo confermato i profondi umori padani intrisi di cultura razzista e misogena. Un’esternazione, quella, che gli conveniva per destare complicità e consensi elettorali in un pubblico di piazza. Le dimissioni invocate da più parti difficilmente avverranno. Il verde senatore resta abbarbicato al suo scranno ( ma senatore non dovrebbe essere uomo dispensatore di saggezza?), fulgido esponente di una fetta di cultura italiana ancora rimasta ferma a pregiudizi di stampo razziale e maschilista, laddove nero è uguale a bestia. Gli italiani moriranno non di debiti sovrani ma di vergogna.
Il cittadino si trascina con un occhio al meteo tropicale e l’altro alle sue tasche sempre più restringibili. In fila sulle tangenziali e sui raccordi dentro il Suv acquistato, ahilui, a rate pesanti e insolvibili, residuato di un invito al consumo oramai non “consumabile”, bagnato di sudore e di mutui, si dirige verso mete casarecce last minute. Cinque giorni di vacanza saranno un vero scialo…
Angela Grazia Arcuri
Roma, 20 luglio 2013