Terremoti e previsioni: due mondi inconciliabili?
Il disastro sismico che ha colpito l’Emilia ha scatenato dubbi e timori. È dallo scorso 20 maggio, giorno in cui il terremoto ha avuto inizio, che in Italia si respira un’aria di tensione. È in questo clima di surreale, ma tremendamente terrena drammaticità, che nascono interrogativi su un evento così potente. Le incerte discussioni tra gli scienziati si susseguono alla velocità della luce, senza soluzione di continuità.
Il popolo è preoccupato, perché la scienza ammette di avere un limite: allo stato attuale, non è possibile prevedere i terremoti. È fantascienza, dicono gli scienziati, stabilire con esattezza la precisione del tempo, del luogo e dell’intensità con cui si verificherà il terremoto. Gli studiosi, comunque, oggi affermano che non escludono assolutamente la possibilità di una scoperta che possa rivoluzionare la geofisica e la sismologia. La storia ci racconta, infatti, che i sismologi sono attivi da diversi anni nella ricerca di un metodo che potrebbe prevedere questi fenomeni. Finora, però, i risultati sono stati deludenti e incoerenti, motivo per cui queste ricerche continuano tuttora in modo approfondito.
Amareggiati, ma comunque speranzosi, gli scienziati dichiarano che possiamo anticipare i sismi, per ora, studiando la statistica dell’insieme dei terremoti, arrivando solo a fare un’affermazione del tipo “in quella zona possono verificarsi n terremoti all’anno”, ma niente di più.
Marco Mucciarelli, laureato in fisica e professore di Sismologia Applicata presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università della Basilicata, dichiara infatti nel suo blog: «Il fatto che i terremoti siano distribuiti casualmente crea un fenomeno che tutti hanno sperimentato: la carta di pericolosità ci avvisa che una zona è sismica e che ci si aspetta un terremoto ogni tot anni, ma non ci dice quanto durerà la sequenza».
Il fisico, con la sua determinazione, ammette di essere impegnato da diversi anni in uno studio basato sui fenomeni sismici che hanno colpito l’Italia. Consultando numerosi cataloghi, ha scelto l’evento con magnitudo più forte (6.3), che in Italia non è più stata superata dal 1980. Facendo un calcolo degli anni che partono dal 1000 al 1980 e, considerando che il territorio italiano è stato colpito due sole volte da terremoti di questa intensità, ha ottenuto una media di 15 anni tra un sisma e l’altro.
Dal 1980 ad oggi sono passati 32 anni, più del doppio di quanto i risultati di questi calcoli ci dicono. È lo stesso Mucciarelli a commentare sul suo blog: «Sembrerebbe che siamo in ritardo e non ci sarebbe niente di strano se un terremoto così capitasse domani. Andiamo a vedere la distribuzione completa di tutti i tempi trascorsi tra due scosse e ci accorgiamo che solo in poco più del 10% dei casi si sono aspettati più di 32 anni. Inoltre oltre il 40% dei terremoti di magnitudo 6.3 è avvenuto lo stesso anno o entro due anni dal precedente».
Analizzando i suoi studi e le sue ricerche è facilmente intuibile che l’esperto sismologo si sia impegnato duramente sulla questione che ultimamente tormenta gli italiani. Preannunciare i terremoti? Lui dice no, ma le ricerche procedono in tal senso in tutto il mondo.
Sonia Carrera
17 giugno 2012