I “numeri uno” dormono poco

La storia ci racconta di grandi artisti, scienziati, scrittori che dormivano poche ore a notte e che l’insonnia non ha influito affatto sulle loro capacità, sulle loro scoperte o sulle loro azioni. Dormire poco è un disturbo fastidioso, è vero, ma non rappresenta necessariamente un grande rischio. La scienza, però, in risposta alla storia ha da sempre suggerito di dormire almeno 7-8 ore di sonno a notte per poi essere lucidi ed efficaci durante il giorno. Gli studiosi consigliano da sempre che a queste ore di sonno bisognerebbe aggiungere un’altra mezzora di pennichella pomeridiana per avere una giusta quantità di sonno e poter affrontare al meglio gli impegni del quotidiano.
Arriva dall’Inghilterra uno studio che sembra ribaltare la teoria delle 8 ore di sonno al giorno per avere una mente più “in forma”: la ricerca ci svela che i “numeri uno”, i leader o uomini di potere, avrebbero in comune l’insonnia. In realtà, più che il sonno manca il tempo per dormire o ci sono delle preoccupazioni talmente incombenti che fanno veramente perdere la voglia di dormire. Poco sonno per i “migliori” che, a conti fatti, dormono per poche ore a notte e in alcuni casi non dormono proprio. Non si tratta di uno studio scientifico, ma di una ricerca che assume le sembianze di una statistica che scopre grandi nomi associati all’insonnia: da Margaret Thatcher a Winston Churchill, passando per Barack Obama e addirittura Napoleone, persone vissute in epoche diverse, ma tutti con tanto potere e successo ma anche poche ore di sonno. Si scopre che la lady di ferro addirittura dormisse appena quattro ore a notte, così come Winston Churchill (sarà una prerogativa britannica) e che Obama arrivi almeno a sei ore di sonno al giorno.
Sarà il peso dei pensieri e delle grosse responsabilità che questi personaggi si portano addosso, fatto sta che nonostante le poche ore di riposo i leader sono riusciti a mantenere ritmi sovrumani senza particolari problemi. Ma per loro il sonno è inesistente? Certo che no, sarebbero degli automi. Ma solo brevi sonnellini o piccole pennichelle, giusto per riposare gli occhi e ricaricare le batterie di una mente che deve, necessariamente, essere attiva 24 ore su 24.
E i leader italiani? Dalle ricerche si scopre che Andreotti, Tremonti e Berlusconi siano gli uomini di potere con meno ore di sonno. I dormiglioni possono comunque consolarsi sul fatto che per essere dei geni non serva necessariamente soffrire d’insonnia: ce lo dimostra il fondatore della Microsoft, Bill Gates, che pare dormisse 7-8 ore (un sonno per sua stessa ammissione ritenuto necessario per esprimere al massimo le proprie capacità).
Sonia Carrera
19 febbraio 2015