Diabete in aumento: entro il 2030 colpito un adulto su 10

La Federazione Internazionale del Diabete ha oggi reso noto una previsione sulla diffusione del diabete secondo la quale entro il 2030 un adulto su 10 sarà affetto dalla malattia. Da anni si punta ad una prevenzione fatta di informazioni efficaci ed in grado di far capire ai cittadini che una sana alimentazione è la migliore arma per debellare malattie come questa e migliorare anche la qualità stessa del vivere nel quotidiano.
Dalla ricerca è emerso che secondo le previsioni i malati di diabete saliranno da qui al 2030 a 552 milioni (tre nuovi casi ogni tre secondi); attualmente si stima che nel 2011 i diabetici siano 366 milioni. Per evitare che il trend di crescita continui su questa scia è necessario agire proprio sulla formazione dei cittadini, un uomo acculturato è anche un uomo che conosce i limiti nel mangiare, limiti che se rispettati non solo fanno vivere in armonia ma permettono una distribuzione del cibo nel mondo più equa ed evita lo spreco.
La maggior parte dei diabetici ha il tipo 2 difatti, quello proprio legato alla cattiva alimentazione, all’obesità ed a una scarsa attività fisica. Ciò comporta di conseguenza anche altre malattie, come ictus, danni a reni, nervi, malattie cardiache, malattie queste che si stanno diffondendo anche nei paesi emergenti (Brasile ed India ad esempio) dove i cittadini stanno progressivamente seguendo uno stile di vita “occidentale”: ovvero sedentario e stra-consumistico.
Jean Claude Mbanya, presidente della federazione Internazionale del Diabete ha affermato: “In ogni paese e in ogni comunità nel mondo, stiamo perdendo la battaglia contro questa malattia crudele e mortale”.
Con l’aumento dei casi aumentano anche le vendite globali di farmaci contro il diabete, che ha raggiunto nel 2010 i 35 miliardi di dollari, entro il 2015 questo giro d’affari potrebbe salire a 48 miliardi di dollari per via dell’aumento delle cure in paesi come Cina, India, Messico e Brasile. Soldi questi che potrebbero esser investiti in ben altre ricerche se solo vi fosse una corretta informazione ed un livello culturale più “sano”.
di Enrico Ferdinandi
14 novembre 2011