Italia, il Paese dell’energia solare. Il suo tasso di crescita è il più consistente tra le rinnovabili, nonostante il notevole incremento dell’eolico e delle bioenergie, e questo perché assicura rendimenti del 5% in termini reali, ancora più convenienti se al Sud. A dirlo sono i risultati di “Energie rinnovabili: il fotovoltaico”, lo studio condotto dall’Area ricerca del Monte dei Paschi sui vantaggi economici assicurati dagli investimenti nelle energie alternative. Secondo il rapporto, data di attivazione e posizione dell’impianto sono le due maggiori variabili a condizionarne la redditività.
Dal 2012 è previsto, infatti, un taglio del 15% delle tariffe incentivanti contenute nel “Conto Energia” (di cui nel 2011 e’ entrata in vigore la quarta edizione), che causerà una riduzione del tasso interno di rendimento (TIR).
In pratica, nel caso di impianto ad uso domestico con scambio sul posto, il rendimento, per un investimento a 30 anni, passerebbe dal 5,22% (ottobre 2011) al 4,66% (primo semestre 2012). Altro capitolo l’irraggiamento solare. A fare la differenza è la maggiore resa dell’energia proveniente dalle regioni meridionali, dove le possibilità di guadagno superano addirittura del 60% quelle offerte dal Nord. Così, ipotizzando un investimento di 20.000 euro, al Nord si ha un rientro del capitale entro 15 anni e un tasso interno di rendimento del 4,84%, mentre al Sud con lo stesso investimento iniziale, gli anni diventano 11 e il tasso sale al 7,83%. Altro centro un punto resta fermo: investire nell’energia solare conviene comunque.
Sintesi che trova conferma dai quasi 117.000 nuovi impianti avviati nei primi nove mesi dell’anno e dai dati del GSE (Gestore dei Servizi Energetici). L’ente prevede che l’Italia potrebbe raggiungere il primo posto nella graduatoria mondiale della potenza entrata in esercizio nel 2011, facendo tre volte meglio della Germania, Paese leader del mercato fotovoltaico.
di Iacopo Bernardini
14 ottobre 2011