Il National Snow and Ice Center (Usa) ha annunciato che la contrazione dei ghiacciai in Artico ha raggiunto quest’anno il livello più basso mai registrato. L’istituto ha riferito che: “Lo strato di mare ghiacciato che fluttua sull’oceano Artico sembra aver raggiunto la sua estensione minima per quest’anno, pari a 4.33 milioni di km quadrati, il 9 settembre 2011.”
Greenpeace è in missione nell’Artico a bordo della nave Artic Sunrise per studiare la salute dei ghiacciai, Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace ha dichiarato che ”Quanto sta accadendo nell’Artico non comporta conseguenze solo per gli orsi polari o per l’ecosistema locale, ma per il mondo intero. Un’estate senza presenza di ghiacci nell’Artico, infatti, puo’ destabilizzare il clima globale”.
La più grande contraddizione, è che mentre ci si interroga e si tirano giù preoccupanti previsioni le grandi multinazionali del petrolio fanno a gara per estrarre il greggio presente nei giacimenti del sottosuolo dell’Artico. Azioni queste che frenano la spinta ecologica che invece dovremmo tutti adottare, il surriscaldamento terrestre è determinato in prevalenza proprio dall’uso del combustibile petrolio.
Till Wagner, scienziato del Polar Ocean Physics Group dell’Universita’ di Cambridge, in viaggio con i ricercatori Greepeace ha dichiarato che : ”Cio’ che stiamo osservando e’ uno sconcertante ritrarsi dei ghiacci. La velocita’ e l’ordine di grandezza di questa contrazione non possono essere spiegati dall’eventualita’ di condizioni meteorologiche estreme o da altre teorie del genere. Si tratta di una conseguenza diretta dell’innalzamento globale delle temperature, che determina un riscaldamento dell’aria e degli oceani”.
di Mauro Valenzi
16 settembre 2011