Schizofrenia: un avatar per far tacere le voci

Ancora una volta scienza e tecnologia uniscono le loro forze per una buona causa: aiutare i pazienti affetti da schizofrenia a smettere di dar retta alle voci che sentono nella loro testa e che spesso li inducono a provare danni a se stessi o alla famiglia.
L’avatar terapia, così si chiama la tecnica in questione, è stata sperimentata in uno studio pilota inglese condotto dallo University College di Londra, con a capo dell’equipe il professor Julian Leff.
Applicato su un gruppo di pazienti inglesi, questo metodo innovativo, come si legge sulla rivista scientifica British Journal of Psychiatry, consiste nel far creare al malato un avatar, al quale dà le caratteristiche fisiche della persona di cui sente la voce immaginaria.
Il terapista, poi, attraverso questo personaggio virtuale, interagisce con il paziente, incoraggiandolo a non ascoltare quanto gli viene detto, e man mano i suoi consigli diventano più rassicuranti, in quanto arriva ad affermare frasi come: “Ho capito che ti sto facendo del male” oppure “Ti lascerò in pace”.
In questo modo, lo schizofrenico impara non solo a gestire le voci, ma anche a tener loro testa, evitando così di cadere in uno stato di profondo caos mentale che può indurlo anche al suicidio, spesso visto come unico mezzo per far tacere quel martellante suono nella testa.
Come spiegato da Jeff durante una conferenza stampa, infatti: “La maggior parte dei pazienti mi ha detto che la cosa peggiore della loro condizione sono proprio le voci, che impediscono loro di pensare lucidamente, di concentrarsi e di intrattenere relazioni sociali”.
Gli esperti hanno diviso i pazienti in due gruppi: il primo è stato sottoposto all’avatar terapia, il secondo alla farmacologica classica. È così emerso che uno schizofrenico su quattro non trae alcun vantaggio dagli antipsicotici ad oggi sul mercato, mentre i risultati del nuovo metodo sono stati incoraggianti e parlano chiaro. Tre dei pazienti che erano stati tormentati dalle voci per un periodo compreso tra i 3 anni e mezzo i 16 anni, sono riusciti a smettere di sentirle.
di Krizia Ribotta
31 maggio 2013