Un enigma per lo storico, una via per il credente: Il Corano un testo conteso

Un testo sacro può essere studiato come un oggetto umano? Storia del Corano, edizioni Mimesis, risponde di sì. Con rigore filologico e audacia intellettuale, Guillaume Dye e Mohammad Ali Amir-Moezzi ricostruiscono la nascita, l’evoluzione e i molteplici volti del libro sacro dell’Islam. Un’indagine che interroga non solo la parola rivelata, ma anche i limiti della storia.
Un’opera che è un’iniziativa scientifica di condivisione a cui hanno partecipato una ventina di autori diversi. Accademici, ricercatori, illustri pensatori, tutti accumunati da un intento civile e politico nobile: far conoscere ad un pubblico ampio la scientificità delle questioni di fede per la comprensione e l’abbattimento dei fanatismi. Una missione molto onerosa, ma corredata di dati, analisi, invorticata in quello che da più di 1500 anni, non è solo un libro di fede, ma il fondamento scritturistico del pensiero, dell’arte e perfino della scienza di un’intera civiltà.
Un volume che è un viaggio. Un itinerario nella storia, nella filologia, e soprattutto nella conoscenza. A partire dalla prima pagina il lettore è immerso in un viaggio dantesco a strati, che si avvolge su sé stesso e conduce ai diversi livelli di complessità del Corano. Dapprima nella dimensione storica e geografica, quasi una ‘selva oscura’ in cui si cercano le radici e le origini del testo; si attraversano le zone di tensione e controversie che hanno plasmato la sua forma e il suo messaggio; infine, si approda alla questione della lingua e di tutto il corpus coranico.
Un’approfondita indagine storica e filologica
Tutto ruota intorno alla volontà di disegnare e poi consegnare un oggetto storico, più che un semplice libro. Sottoposto ad un approccio critico che distingue testuale da culturale e li coniuga anche insieme. Molteplici le redazioni, le tradizioni orali che costruiscono la base per l’indagine storica e filologica che segue tutto il volume.
Alla base di questa modalità di ricerca c’è una rottura definitiva con l’idea tradizionale che il Corano sia stato il frutto di una composizione istantanea o lineare. Prima ancora di assumere la sua forma finale – quella che conosciamo oggi s’intende – Il Corano è un testo stratificato, che mantiene tutta la sua essenza attraverso la lettura che viene fatta dagli autori. La lente della ricerca critica offre quegli strumenti fondamentali per leggere il testo sacro dell’Islam senza sminuire la fede dei musulmani.
Un contributo al dibattito contemporaneo
Storia del Corano partecipa a un dibattito oggi più che mai urgente: come leggere un testo sacro alla luce della storia? In un mondo attraversato da pluralismo religioso, tensioni identitarie, Dye e Amir-Moezzi propongono un approccio che rimane sempre rispettoso.
C’è sempre un rischio nel leggere criticamente ciò che altri considerano sacro. Gli autori hanno voluto correrlo consapevolmente, accettando di muoversi su un crinale delicato: tra il rigore storico e il rispetto per il sentimento religioso.
Pur rimanendo un’opera dal taglio accademico, è scritta in modo da avvicinare appassionati di religione, storia e cultura. Non è un libro facile, certo. Specie per chi non è abituato ad un linguaggio più scientifico o alla prospettiva filologica. Non è per tutti, ovvio. E non pretende di esserlo. Ma la sua ambizione è chiara: restituire al lettore la complessità di un testo, di una civiltà, di una religione che ancora oggi dividono, ispirano, interrogano e soprattutto vivono tra chi sa osservare.