Snob society

«È vero che sono degli snob» ammise debolmente Misia.
«Snob! In che senso?» esclamò Chanel.
«Snob, come tutti gli snob. Attratti dallo sfarzo, dai segni esteriori di ricchezza…»
«Bè, saranno anche snob, ma non come noi» replicò Chanel, senza rendersi conto della sua gaffe.
Snob Society. Ritratti di eleganza, edito per Neri Pozza, è il libro di Francis Dorlèans pubblicato per la prima volta all’inizio degli anni Duemila.
Si potrebbe definire come un vero e proprio manifesto di quella ridente, ricca e celebre società che visse il lusso negli anni tra le due guerre mondiali.
«Snob che si incontrano, in una quantità tale che non si era mai vista prima in nessun altro libro. Un carnevale di snob. Snob come se piovesse. Sono tutti esistiti, eppure sono soprattutto dei personaggi».
La regina del cinema muto Gloria Swanson, la principessa Natalie Paley, Gianni e Marella Agnelli, l’iconica diva Marilyn Monroe, Evita Perón, Winston Churchill, Elizabeth Taylor, Aristotele Onassis e Maria Callas sono solo alcuni dei personaggi del libro.
Per quindici anni Dorlèans è stato uno dei cronisti mondani più importanti e apprezzati di Vogue e, dopo aver lasciato l’editoria, ha aperto a Parigi un negozio di antiquariato in pieno stile liberty.
Coerentemente con il suo spirito mondano e leggero, l’autore precisa di non aver alcun desiderio di essere considerato esperto o studioso di quella “brillante società” da un punto di vista accademico : «questo libro non ha altra pretesa che divertire».
Ed effettivamente diverte, eccome se diverte – ma con un pizzico di spirito critico e una buona dose di nostalgia.
Ricco di aneddoti, pettegolezzi, champagne, intrighi amorosi, feste sfarzose e vizi assurdi, l’opera esplora il mondo di quella élite sociale del Novecento, mettendone in luce le dinamiche relazionali e culturali con spiccato umorismo e l’inconfondibile stile del cronista di Vogue.
Tuttavia, questi aneddoti lasciano comunque presagire un forte contrasto tra lo sfarzo della mondanità e le contraddizioni e le fragilità della “snob society”. La narrazione galleggia su una linea temporale molto estesa e, per i lettori meno esperti di quegli anni, questo potrebbe generare un po’ di confusione.
Ma Dorlèans, nel suo nobile intento di rappresentare genuinamente tutte le sfaccettature di quella élite, mette da parte la precisione del saggio storico per concentrarsi con destrezza sull’autentica contraddittorietà dei suoi personaggi.
«Questi avventurieri si distinguevano per la bellezza delle loro carrozze e i rubinetti in oro massiccio nei bagni. Facevano curare i denti dei figli a Berlino e li vestivano a Londra».
Il filo conduttore di tutte le storie narrate è il vano tentativo dei protagonisti di sottrarsi al vero nemico indiscusso della snob society: la noia.
È emblematico il capitolo dedicato a Callas e Onassis: Dorlèans offre una chiave di lettura inedita ad una delle storie d’amore più famose di tutti i tempi: «Maria era di certo la donna della sua vita, ma con lei si annoiava. Cosa ci poteva fare? Non era divertente neanche un po’. Le sue idee non andavano mai al di là del più banale luogo comune. Le sue battute erano petardi bagnati. Che ne era della donna che aveva visto sgozzare i suoi figli in scena? Del mostro sacro che dominava il pubblico con uno sguardo?».
Nell’eterna battaglia tra la costruzione della “maschera sociale” e l’essere fedeli a sé stessi, la mondanità assume per la snob society il ruolo di anestetico contro la noia dell’avere tutto a propria disposizione.
Uomini e donne che stanno alzati fino a tardi, bevono superalcolici a qualsiasi ora del giorno, passando da una sigaretta all’altra e non disdegnando la droga.
Che siano i salotti di Parigi, Londra o New York.
E Dorlèans riesce a creare un’immagine di senso comunitario nello snobismo.
Perché, in fondo, ogni snob brama la validazione che riceve per i suoi interessi: nulla lo soddisfa di più di una rappresentazione teatrale, fittizia e pretenziosa, ambientata in un mondo costruito e pressoché lontano da qualsiasi vita che non sia improntata alla formalità e alla superficie.