Lo spirito surrealista di Breton in Pesce solubile

Pesce solubile, pubblicato per la prima volta in Francia nel 1924 e recentemente tradotto e edito in Italia da Giorgio Pozzi in occasione dei cento anni dall’uscita, è una raccolta di trentadue historiettes surrealiste, come le chiama lo stesso autore, André Breton, che incarna perfettamente lo spirito rivoluzionario e sovversivo del movimento in cui il testo venne pubblicato.
Nelle sue storie Breton esplora i meandri dell’inconscio e dell’immaginario, rifiutando ogni forma di razionalità o logica a favore di una scrittura libera dai vincoli del pensiero convenzionale. I paradigmi sociali sono superati dall’autore attraverso la particolare la nozione di scrittura automatica, una sorta di flusso di coscienza che mira a lasciar libero corso all’inconscio senza preoccuparsi del senso o della logica. Questa tecnica di scrittura, illustrata in numerosi passaggi della raccolta, incarna la ricerca surrealista di un’espressione pura, affrancata dai vincoli della ragione.
L’opera si presenta come una serie di racconti di sogni ed esplorazioni dell’inconscio: Breton descrive scene surrealiste di grande intensità poetica in cui si mescolano il bizzarro, il meraviglioso e l’erotico, un universo onirico e fantastico in cui i confini tra sogno e realtà si attenuano.
Il testo di apertura racconta una seduta spiritica a cui l’autore ha assistito, scatenando in lui un affascinante esperimento di sdoppiamento della personalità: Breton si lascia trasportare da visioni allucinatorie, in cui dialoga con una presenza enigmatica, tra terrore e rapimento. Assistiamo così a incontri improbabili, a metamorfosi affascinanti, ad atti trasgressivi.
La scrittura, scandita dall’uso dell’automatismo, si dispiega in una logica onirica, libera dai vincoli del senso comune; tuttavia, per quanto variegati, i testi risultano molto eterogenei tra loro per soggetto, forma e contenuti con una narrazione che non si sviluppa mai fino in fondo, lasciando il lettore non pago e con un insaziabile voglia di divorare i racconti successivi.
Parallelamente a questi racconti, Breton inserisce riflessioni teoriche sul surrealismo, esponendo i principi di questo movimento artistico e letterario rivoluzionario. Egli afferma la sua volontà di sconvolgere i codici estetici e morali della società borghese, rifiutando ogni forma di conformismo: il surrealismo è per Breton un’arma di sovversione volta a liberare lo spirito umano dai suoi vincoli razionali.
In Pesce Solubile, Breton alterna racconti onirici e riflessioni programmatiche, creando un’opera ibrida che testimonia la ricchezza e la diversità del movimento surrealista.
Il lettore è trascinato in un viaggio trascendentale, in cui il fantastico e l’insolito prendono il sopravvento sul reale.
Pesce Solubile rimane uno dei testi fondativi del surrealismo che mostra l’ambizione del movimento di liberare lo spirito umano dai ceppi della ragione.
È un’opera fondamentale della letteratura d’avanguardia dei primi del Novecento che continua a esercitare una durevole influenza e una grande fascinazione sulle generazioni di artisti e scrittori.