“Fratelli separati”: il Novecento di Malraux, La Rochelle e Aragon
Si ode nel loro canto di parole e inchiostro l’urlo del Novecento, secolo di promesse mai mantenute, di sogni divenuti abissi, età di eroi di cause perse, di cavalieri erranti con peso sul cuore e mani sporche di sangue di tragedia.
Canta nel loro cuore di poeti-guerrieri l’angoscia di una generazione straziata dalla guerra civile europea lunga due guerre mondiali. Non solo lacrime ma fuoco che arde per miraggi di palingenesi, per il sorgere dell’uomo nuovo dalle ceneri del vecchio ottocento.
Figli che si ribellano contro i padri mentre dalle trincee fuochi di mitragliatrice falciano le loro giovani vite come il bel grano la spietata mietitrice. Sono i sognatori folli di ebbrezza, forgiati dalla tragicità della guerra e dal miraggio di un mondo nuovo, lontano dai compromessi del passato, dalle ragioni della politica che li ha portati sul campo di battaglia per la realpolitik.
Dal fango della “terra di nessuno” si erge una nuova generazione, coloro che crederanno per bisogno, che nel tramonto della gioventù morta in guerra invocheranno dalle loro pagine la fine del vecchio mondo e la nascita dell’era nuova, senza compromessi neppure con sé stessi. Ma l’uomo può essere all’altezza di ciò che desidera?
La fiamma che arde dentro il cuore di questi uomini si alza ad altezze tali da consumarlo. Il secolo breve brucia sé stesso e divora i suoi figli pronti a credere, pronti al sacrificio tra strade diverse che conducono su percorsi lontani: dal grido del mito della razza di Berlino a quello del messianesimo del mondo nuovo di Mosca. Storie cosi similari tanto da specchiarsi l’una nell’altra come fratelli separati alla nascita.
È all’ombra della Senna che Maurizio Serra, diplomatico e primo italiano eletto membro della Académie Francaise, ci racconta per le Edizioni Settecolori tre esistenze che riecheggiano in un’armonia di note diverse ma dalla stesso pulsare di una generazione. Drieu La Rochelle, Louis Aragon e André Malroux, tre vite che racchiudono, insieme un intero secolo: il fascista, il comunista e l’avventuriero.
Spiriti inquieti nati nella Parigi di fine Secolo, attraverseranno il Novecento cercando il futuro tra visioni macchiate di sangue. Incarnando il sogno dell’intellettuale condottiero, penseranno l’attività intellettuale come azione, praxis al servizio di un’idea. Vicende drammatiche costellate da ipocrisie ed incongruenze, confronto tra brama del successo personale, l’ideale e la paure dei loro cuori arsi dal fuoco di un mondo che vollero diverso e finì devastato da quella forza pensata rigeneratrice e che al fine lo ridusse in cenere.
“J’attends les Huns” scriverà La Rochelle prima di scegliere la via del suicidio.