Chi sono i capigruppo in Parlamento

La legislatura inizia a prendere forma, sono stati infatti scelti i capigruppo alla Camera ed al Senato. Per palazzo Madama i nomi sono i seguenti: Anna Maria Bernini (FI), Danilo Toninelli (M5S), Stefano Bertacco (FdI), Gian Marco Centinaio (Lega), Loredana De Petris (Gruppo Misto), Andrea Marcucci (PD). A Montecitorio invece: Mariastella Gelmini (FI), Giulia Grillo (M5S), Fabio Rampelli (FdI), Giancarlo Giorgetti (Lega), Federico Fornaro (Gruppo Misto), Graziano Delrio (PD).
Molti nomi sono noti, dato che hanno anche ricoperto in passato cariche importanti del paese, come Delrio o Gelmini, ad esempio, mentre altri si sono da poco introdotti nel panorama politico nazionale, almeno a livello istituzionale.
Senato
Anna Maria Bernini è già stata in Parlamento, nel 2008 infatti è stata eletta alla Camera per il PdL, nella cui legislatura è iscritta alla I Commissione Permanente Affari Costituzionali. Nel luglio 2011 sembra per la stampa che stia per succedere ad Alfano come ministro della Giustizia, ma le sarà preferito Nitto Palma. È comunque nominata ministro senza portafoglio per le politiche dell’Unione Europea, e lo sarà fino a novembre. Nel 2013 è eletta al Senato e dopo lo scioglimento del Polo delle Libertà aderisce a Forza Italia, partito con cui è stata eletta anche alle ultime votazioni. Nel 2016 ha fatto scalpore all’interno del suo partito, con cui era in totale dissenso, grazie alle dichiarazioni sul ddl Cirinnà dichiarando che «avrebbe fatto fare anche un vero, e non solo promesso, balzo in avanti all’intera società italiana, modernizzando un Paese che troppo spesso si specchia nel passato».
Danilo Toninelli, laureato in giurisprudenza, entra nel mondo della politica con il Movimento 5 Stelle: si candida sia alle regionali lombarde nel 2010, sia alle amministrative di Crema nel 2012, ma in entrambi i casi non viene eletto. Nel 2013 viene però eletto alla Camera con il movimento, dove dal 7 maggio 2013 al 20 luglio 2015 è stato vicepresidente della I Commissione (Affari Costituzionali della Presidenza del Consiglio e Interni). Alle elezioni politiche del 2018 è stato eletto alla Camera. Durante la sua attività parlamentare Toninelli nel 2013 ha presentato, da primo firmatario, una proposta di legge per l’abolizione delle province; nel marzo del 2014 ha accusato le parti politiche che sostenevano l’Italicum poiché sostenitrici di una legge che avrebbe portato alla «dittatura di un capo».
Stefano Bertacco entra nella scena politica nel 2007 quando diviene assessore ai servizi sociali per il comune di Verona con la giunta Tosi. Alle elezioni nazionali del 2013 si candida al Senato con il PdL, ma non viene eletto, anche se subentrerà a Maria Elisabetta Alberti Casellati, attuale presidente del Senato, che era stata eletta membro laico del CSM. Nel 2017 abbandona Forza Italia per aderire a Fratelli d’Italia, partito con cui è stato eletto alle elezioni del 2018 al Senato.
Gian Marco Centinaio dal 2009 al 2014 è vicesindaco e assessore alla cultura nel comune di Pavia, con la giunta di Alessandro Cattaneo, sindaco del PdL. Già eletto senatore nel 2013 con la Lega, è stato rieletto con lo stesso partito alle ultime elezioni. Nell’ultima legislatura ha ricoperto vari incarichi, essendo membro di diverse commissioni: 1ª Commissione permanente (Affari Costituzionali), 6ª Commissione permanente (Finanze e tesoro), 7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali), Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle intimidazioni nei confronti degli amministratori locali.
Loredana De Petris milita da una vita nelle file di sinistra. Inizia la sua attività politica negli anni ottanta con Democrazia Proletaria ed i movimenti ambientalisti ed antinuclearisti. Nel 1989 è tra i fondatori dei Verdi Arcobaleno e nello stesso anno viene eletta consigliere comunale a Roma, carica che sarà riconfermata anche nel 1993. Nel 2001 è eletta al Senato con l’Ulivo, aderendo al gruppo dei Verdi. In questa legislatura è membro delle commissioni permanenti al Senato per le Finanze e per l’Agricoltura, oltre che della commissione d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti e consultiva sull’attuazione della riforma amministrativa. Inoltre proprio in questo periodo è tra i proclamatori del referendum sulla fecondazione assistita. Nel 2006 è rieletta al Senato con la lista Insieme con l’Unione, mentre alle elezioni del 2008, dove si presenta con la Sinistra Arcobaleno, non viene eletta. Nel 2013 torna in Parlamento con la lista Sinistra Ecologia e Libertà ed è stata eletta capogruppo del Gruppo Misto al Senato, stessa carica che ricopre anche nell’attuale legislatura, anche se eletta con Liberi e Uguali.
Andrea Marcucci comincia la sua attività politica da giovanissimo, a 25 anni, quando è assessore provinciale alla pubblica istruzione nella provincia di Lucca. Nel 1992, due anni dopo, è eletto deputato con il Partito Liberale Italiano, ma nel 1994 non viene rieletto. Torna dunque a dedicarsi all’attività imprenditoriale di famiglia, fino al 2006 quando si candida con la Margherita, senza però essere eletto, anche se dal 2006 al 2008 fa parte del governo Prodi in quanto sottosegretario ai Beni Culturali. Nel 2008 viene poi eletto senatore tra le fila del Partito Democratico, le stesse con cui sarà rieletto nel 2013, quando diviene anche presidente della Commissione Istruzione e Cultura di Palazzo Madama, e nel 2018.
Camera
Mariastella Gelmini non richiederebbe neanche presentazioni. Dopo un’attività amministrativa, in cui è stata, dal 1998 al 2006, Presidente del consiglio comunale di Desenzano del Garda, Assessore al Territorio della Provincia di Brescia e Consigliere regionale in Lombardia, da sempre nel partito di Berlusconi, non a caso ha iniziato la sua attività politica dalla famosa discesa in campo del cavaliere. Nel 2006 infatti abbandona l’attività amministrativa per passare alla Camera con Forza Italia. Nel 2008 viene rieletta alla Camera con il PdL e ricopre anche la carica di Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca. Nel 2013 aderisce nuovamente a Forza Italia, dopo la fine delle attività del PdL. Nel 2016 è candidata come capolista del partito a sostegno del candidato sindaco di Milano Stefano Parisi ed è la prima eletta. Alle ultime elezioni è stata rieletta alla Camera con Forza Italia. La sua attività di ministro non è certamente passata inosservata. Il suo provvedimento per la riforma della scuola primaria e secondaria (decreto-legge 137/2008) prevedeva la reintroduzione del maestro unico, giustificandolo come necessario per favorire il rapporto con gli alunni, ma anche per ridurre di 7,8 miliardi la spesa pubblica nell’istruzione. Inoltre ha reintrodotto il voto di condotta, l’espressione di voto in decimi e l’obbligo di sostituire i libri di testo ogni 5 anni per evitare l’aumento delle spese. Per quanto concerne l’Università (decreto legge 180/2008), tra le altre riforme, il ministro ha apportato cambiamenti nel sistema di valutazione di prima e seconda fascia degli insegnanti universitari e dei ricercatori tramite criteri di sorteggio, causando in molti casi il blocco dei concorsi per l’accesso. Le riforme hanno raccolto moltissimi dissensi, che sono poi sfociati in numerosi scioperi da parte di tutto il personale scolastico.
Giulia Grillo, come gli altri parlamentari pentastellati, inizia a far politica proprio con la nascita del Movimento 5 Stelle. Nel 2008 si candida alle elezioni regionali in Sicilia, ma senza essere eletta. Alle elezioni politiche del 2013 viene eletta alla Camera con il movimento e viene riconfermata dalle elezioni del 2018. Durante la precedente legislatura sono state approvate varie mozioni di cui risulta la prima firmataria: n. 1-00767 con cui impegna il governo a sbloccare il turnover anche per le Regioni in piano di rientro, n. 1-01178 con cui il governo si impegna ad una maggiore trasparenza nella gestione farmaceutica.
Fabio Rampelli non conosce solo la politica. Ex nuotatore nazionale ed architetto, nel 1995 è eletto consigliere regionale con Alleanza Nazionale e rieletto anche nel 2000. Con lo stesso partito diventa deputato alle elezioni del 2006 anche se due anni dopo confluisce, come AN, nel PdL. 7 anni dopo viene rieletto deputato ma nelle fila di FdI, partito di cui è stato anche uno dei fondatori insieme a Giorgia Meloni. Nel 2018, dopo che svanisce l’ipotesi di una sua candidatura alla regione Lazio è eletto alla Camera. Da sempre con la destra radicale, i temi che più condivide sono infatti quelli della destra sociale, tra cui anche l’attenzione all’ambiente, espressa dal rifiuto al nucleare, la revisione dei testi scolastici, ma anche la lotta al razzismo che lo contraddistingue.
Giancarlo Giorgetti dal 1996 è deputato della Lega (al tempo anche Nord), ricoprendo ben 6 legislature consecutive. In passato è stato per 10 anni segretario nazionale della Lega Nord lombarda capogruppo del partito anche nella XVII legislatura. Giorgetti è stato il principale autore della legge 40/2004 sulla procreazione assistita, legge che impone a questa forti limitazioni. Nel 2011 è stato tra i relatori per la manovra economica correttiva. Il deputato è noto alle cronache anche per i guai con la giustizia: nel 2006 ha confessato in Parlamento di aver rifiutato dal banchiere Gianpiero Fiorani un finanziamento da 100000 euro, esortando questo a darli invece al Varese Calcio. La moglie di Giorgetti nel 2008 ha patteggiato una condanna, convertita ad una multa di circa 3000 euro, per aver gonfiato gli iscritti al suo corso di equitazione al fine di ricevere più fondi dall’Unione Europea.
Federico Fornaro inizia la sua carriera politica nel Partito Socialista Democratico Italiano. Prima di approdare al Senato è stato consigliere e sindaco di Castelleto d’Orba e consigliere della provincia di Alessandria, dal 2004 al 2014, prima con i Democratici di Sinistra, poi con il Partito Democratico. Proprio con il PD approda, alle elezioni del 2013, al Senato, dove è membro delle Commissioni permanenti Finanze e Tesoro prima e della Difesa poi. Inoltre partecipa anche ad altre commissioni: Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, Commissione di Vigilanza sulla Cassa Depositi e Prestiti, alla Commissione parlamentare per l’attuazione del federalismo fiscale e alla Commissione parlamentare d’inchiesta sul rapimento e la morte di Aldo Moro. Nel febbraio abbandona il Partito Democratico per passare ad Articolo 1- Movimento Democratici e Progressisti, con cui viene eletto, tramite LeU, alle ultime elezioni.
Graziano Delrio è un altro nome ben noto alla politica nazionale. Nella sua carriera amministrativa ha ricoperto vari incarichi: dopo la laurea in medicina nel 1999 diviene consigliere comunale a Reggio Emilia. Nel 2000 viene eletto consigliere provinciale e l’anno successivo aderisce a La Margherita. Nel 2004 e nel 2009 è stato eletto sindaco di Reggio Emilia, mentre nel 2011 diviene presidente dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani. Nel 2013 riceve la prima carica a livello nazionale: viene scelto come ministro per gli Affari Regionali e per le Autonomie nel governo Letta il 28 aprile, mentre a giugno prende il posto al Ministero dello Sport succedendo a Josefa Idem. Nel governo Renzi, personaggio al quale è particolarmente legato seppur non essendo definibile un “renziano”, diviene nell’ottobre 2014 Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il 2 aprile 2015, dopo le dimissioni del ministro Lupi, diventa ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, ed è riconfermato anche con il governo Gentiloni. Alle ultime elezioni è stato eletto alla Camera con il Partito Democratico.