Ecco i partiti che voteremo nel 2018
Il periodo che dalla seconda metà di febbraio va alla metà di marzo potrebbe essere il migliore per le elezioni nazionali. Il tempo che rimane è breve, circa cinque mesi in cui i candidati dei diversi schieramenti si scontreranno, occuperanno le strade, le piazze e soprattutto le reti televisive nazionali con dibattiti, incontri e scontri. Verranno dichiarati i candidati, le coalizioni, i programmi elettorali e saranno fatte numerose promesse. I temi caldi sicuramente saranno l’immigrazione, il rapporto con l’Unione Europea, le scelte in campo economico, e poi la sanità con la questione dei vaccini, l’istruzione pubblica e molto altro ancora.
La redazione di 2duerighe ha deciso di accompagnare i lettori lungo questo cammino cercando, nel modo più chiaro possibile, di far luce su quanto accadrà nella politica nazionale proprio in vista delle elezioni, in quello che potremmo definire, con una leggerezza che speriamo ci sarà perdonata, un avvento politico. Vogliamo dunque presentarvi il panorama politico nazionale nel modo più neutro. Nel fare questo non vogliamo lasciare nulla al caso, pertanto se alcuni passaggi possono sembrare superflui o prolissi, non ce la prenderemo se leggerete velocemente.
Iniziamo con la presentazione dei tre partiti, o coalizioni, maggiori in corsa per le elezioni nazionali, ovvero: Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale, questi tre potrebbero presentarsi anche come coalizione di centrodestra.
Il Partito Democratico è il maggior partito di centrosinistra, o anche l’unico dopo l’uscita di colore che hanno fondato Articolo 1 – Movimento Democratico e Progressista, ormai collocati alla sinistra del PD, espressione con cui ormai si rappresentano. Il PD è stato fondato nell’ottobre del 2007 con l’idea, citando il manifesto stesso, di «contribuire a costruire e consolidare, in Europa e nel mondo, un ampio campo riformista, europeista e di centro-sinistra, operando in un rapporto organico con le principali forze socialiste, democratiche, progressiste e promuovendone l’azione comune». Il partito è nato dall’unione di forze politiche la cui origine è eterogenea: troviamo infatti affluenze dalla Democrazia Cristiana, dal Partito Comunista e dal Partito Socialista, tralasciando ovviamente qui le fasi intermedie dei vari partiti nati con la crisi della prima repubblica. Al suo interno infatti è possibile ritrovare varie correnti: cattolica, liberale, socialdemocratica e ambientalista, non a caso l’idea alla base è proprio quella di dar voce alle diverse linee politiche che formavano il centrosinistra. I valori strutturali del Partito Democratico sono riconducibili al progressismo ed al liberalismo sociale. Alla guida del partito c’è Matteo Renzi, vincitore delle ultime primarie, con le quali si è riconfermato dunque segretario per la seconda volta. Renzi ha sicuramente apportato un importante cambiamento al partito, sia per esser stato accusato di aver causato la fuoriuscita dei fondatori di Mdp, poiché secondo loro non disponibile al confronto con posizioni diverse dalla sua e quindi di aver tradito l’idea su cui questo partito era nato, sia per alcune riforme accusate di essere di centrodestra, come ad esempio la riforma del lavoro, conosciuta meglio come Jobs Act, o la riforma della scuola. A livello europeo il Partito Democratico ha ufficialmente aderito, nel 2014, al Partito del Socialismo Europeo. Dimessosi dopo la sconfitta al referendum costituzionale del 4 dicembre da Presidente del Consiglio e segretario del partito, Renzi, dopo aver vinto le primarie, pare essere il più quotato per presentarsi nuovamente come candidato premier.
Il Movimento 5 Stelle è senza dubbio la più giovane forza politica in campo. Fondato nel 2009 dal comico Beppe Grillo e dall’imprenditore Gianroberto Casaleggio, il movimento si è da subito distinto per l’introduzione nella politica di volti nuovi, ma soprattutto, di metodologie nuove, a partire dalle primarie online attraverso le quali si sviluppa uno dei cardini del partito, ossia la democrazia diretta. Altra novità assoluta è stata sicuramente la mancanza di uno schieramento politico ben definito, tanto che si sono dichiarati né di destra, né di sinistra. Lo stesso candidato premier, Luigi di Maio, scelto tramite una votazione online dagli elettori, ha dichiarato che la politica del movimento si ispira sia ad Almirante che a Berlinguer. Nonostante non prenda parte alle attività parlamentari e dichiari di non influire sulla linea politica del movimento, ricoprendo un ruolo da garante, la presidenza e la responsabilità legale appartengono a Beppe Grillo, a cui inoltre si rifà il blog che è il mezzo di comunicazione diretto dei pentastellati. Oltre alla democrazia diretta, ottenibile tramite l’abbattimento della partitocrazia, il Movimento sostiene politiche sociali, il cui reddito di cittadinanza è uno dei cavalli di battaglia, la decrescita economica, politiche ambientali come la green economy e lo sviluppo di energie rinnovabili, mentre per le tematiche eticamente sensibili si esprimono a favore delle unioni civili, all’aborto ed alla legalizzazione dell’eutanasia e del testamento biologico. Infine, per quanto riguarda l’immigrazione, Grillo si è dichiarato contrario alla legge sullo ius soli, mentre per il tema Europa il movimento si è sempre dichiarato euroscettico.
Per la destra i partiti protagonisti sono tre, anche se non è da escludere l’ipotesi, tutt’altro che remota, di una coalizione, anche se sembra ci sia ancora molto lavoro da fare per i tre leader al fine di trovare una soluzione condivisibile da tutti.
Forza Italia è il partito capeggiato dalla sua fondazione, nel lontano 1994, da Silvio Berlusconi. Da sempre schierato al centrodestra nel panorama politico italiano, il partito è stato protagonista assoluto nella vita politica del paese grazie ai vari anni in cui Berlusconi è stato Presidente del Consiglio. Forza Italia si schiera ideologicamente come un partito moderato e liberale, a favore della libertà imprenditoriale, mentre per i temi bioetici ha sempre sostenuto la libertà di pensiero, spesso avvicinandosi ad idee di matrice cattolica, rifiutando quindi l’eutanasia, così come la comparazione delle unioni civili ai matrimoni. Sulla questione migranti Berlusconi promette meno immigrazione e soprattutto meno vincoli europei a riguardo. Favorevole invece all’Unione Europea, in cui ha aderito al Partito Popolare Europeo.
I restanti due partiti della destra italiana sono la Lega Nord e Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale, guidati rispettivamente da Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Già presentati insieme nella coalizione di centrodestra alle elezioni del 2013, i due partiti hanno molto in comune, in particolare da quando la Lega ha abbandonato il nord come unico riferimento delle loro politiche. Spesso si sono presentati insieme a manifestazioni ed altri eventi politici poiché hanno molto in comune a livello ideologico: euroscetticismo, nazionalismo, conservatorismo e destra sociale. L’assoluta priorità per entrambi l’hanno gli italiani, in fatto di lavoro e diritti, e non a caso si sono entrambi opposti all’immigrazione, rifiutando il multiculturalismo, spesso anche con toni accesi (per i quali sono stati anche accusati di xenofobia). In tema di diritti civili entrambi si oppongono alle unioni civili, difendendo dunque il concetto di famiglia tradizionalmente inteso ed avvicinandosi così alle posizioni cattoliche, anche per quanto riguarda temi etici come l’aborto. Coerentemente con la loro idea di sovranità nazionale entrambi sostengono minor ingerenza nella politica nazionale da parte dell’Unione Europea, avvicinandosi infatti a partiti come il Front National.