A Pontida Bossi è escluso, ora comanda Salvini
Ieri 17 settembre si è svolto a Pontida l’ormai classico raduno della Lega Nord. Come ogni anno il verde è d’obbligo, il celebre prato è colmo come da tradizione, ma qualcosa è cambiato: per la prima volta Bossi non ha avuto la possibilità di parlare. Matteo Salvini, segretario del partito, è stato molto chiaro «Nei momenti importanti parla uno» e così è infatti stato, anche se la nostalgia per il fondatore della Lega e del raduno di Pontida è ancora forte, tanto che qualcuno, tra cui Maroni, si è detto dispiaciuto per il trattamento riservato a Bossi. Per la prima volta, inoltre, un non leghista ha parlato, paradossalmente, dal palco di Pontida: Giovanni Toti, uomo che da tempo cerca di fare da mediatore nel centrodestra, nella speranza di avvicinare Berlusconi a Salvini ed alla Meloni.
Il segretario federale si è espresso nel corso della giornata sui vari temi caldi della politica nazionale ed internazionale, dalle banche all’immigrazione, dall’Europa al Jobs Act, passando anche per il Movimento 5 Stelle ed i vaccini.
L’intervento di Salvini è iniziato con un riferimento ai militanti della Lega condannati a pagare €15.000, rei di aver affermato su Facebook che le cooperative si arricchiscono grazie all’immigrazione. Per Salvini i giudici devono lasciar perdere la politica ed occuparsi di guai “peggiori” che affliggono il paese come la mafia o i criminali che girano liberi per l’Italia «Andiamo avanti più determinati di prima, vadano a sequestrare i soldi ai mafiosi, in questo prato c’è gente per bene. Da oggi parte una lunga marcia per cambiare il paese», proponendo poi di lasciar eleggere i magistrati ai cittadini e concludendo con un chiaro e forte «Chi sbaglia paga!».
La Lega, ormai da qualche mese, guarda con interesse all’intera penisola, il nord nel nome sembra solamente un lontano richiamo alle origini. È espressamente chiaro il leader quando, parlando di lavoro, afferma che ha intenzione di riportare in Italia i giovani che sono costretti ad abbandonare il bel paese per cercare di crearsi un futuro, in modo che il futuro se lo possano costruire in Italia, dalla Lombardia alla Sicilia. «Basta con il Jobs Act, noi faremo una riforma del lavoro che sarà fondata sulle certezze, riportando in Italia le migliaia di ragazzi costretti a scappare all’estero per costruirsi un futuro. Questo governo va avanti a colpi di bonus, di elemosine. Noi proporremo un minimo salariale, e vi chiedo se siete d’accordo, sotto il quale non si può andare, come hanno fatto nei cantoni svizzeri». Ulteriori critiche al governo riguardo alle manovre effettuate per le banche «Hanno fatto il salva banche. Hanno salvato le chiappe ai banchieri ma hanno rovinato milioni di risparmiatori. Quando andremo al governo qualcuno di questi signori che ha rubato miliardi e va in giro a fare shopping con l’auto di lusso va in galera. Sono i suoi i conti correnti che sequestreremo, non quelli della Lega e dei militanti».
Salvini ha affermato anche che, una volta al governo, cancellerà il decreto Lorenzin perché «Hanno montato un cinema per settimane Sulle presunte epidemie per colpa degli italiani facendo un regalo miliardario alle multinazionali del farmaco. Io ho vaccinato i miei figli ma un paese libero e serio che mette in vena 10 nuovi vaccini in poco tempo deve garantire esami pre vaccinali. Vaccini obbligatori per i nostri bambini, ma i 10mila che sono arrivati chi li ha controllati?». Il leader del carroccio è intenzionato a cancellare anche i decreti Mancini e Fiano, poiché limitano, secondo lui, la libertà di pensiero «Siccome siamo un movimento nato per la libertà, cancelleremo la legge Mancino e la legge Fiano. Le storie e la legge non si processano. Fanno il processo al ventennio mussoliniano e poi si comportano come il regime nel 1925 che imbavagliava chi non la pensava come volevano. Quando andremo al governo, daremo mano libera a uomini e donne delle forze dell’ordine per darci pulizia e sicurezza».
Del tutto esclusa è invece una possibile alleanza con i pentastellati, dei quali è la colpa di una politica troppo poco rigida sull’immigrazione «Con un click è uscita una marziana come Virginia Raggi che sta distruggendo quello che resta della Capitale, il sindaco di Torino Appendino, il sindaco di Livorno, il funghetto Luigi Di Maio che oggi dice “dobbiamo bloccare l’immigrazione clandestina”. Forse ha visto i comizi della Lega e ha capito qualcosa. Ma allora per quale diavolo di motivo i parlamentari del M5s hanno votato con Renzi per abolire il reato di immigrazione clandestina?».
Fuori dall’Italia lo sguardo si posa ovviamente sull’Unione Europa, uno dei cavalli di battaglia del leader del carroccio, che richiede maggiore sovranità nazionale e più attenzioni alle radici di questo continente che poco hanno in comune con la Turchia «Chi vuole governare con la Lega abbia chiaro che la Turchia non sarà mai Europa. O cambiano i trattati e ci danno la possibilità di controllare la moneta, le banche, i porti, il diritto al lavoro e alla pensione. Altrimenti meglio soli che male accompagnati. È l’ultima chance, oppure padroni a casa nostra, in tutto e per tutto».