Elezioni comunali: perde solo Grillo e l’affluenza
Ieri si sono svolte le elezioni per eleggere il sindaco in moltissime città italiane, tra cui 25 capoluoghi di provincia e 4 capoluoghi di regione: Genova, Verona, Parma e L’Aquila. In queste quattro città era maggiormente focalizzata l’attenzione generale, nonostante questo turno di amministrative si sia quasi svolto in silenzio rispetto ai temi che più hanno infuocato le discussioni politiche nazionali in questi primi caldi, primo fra tutti la legge elettorale. Ancora una volta la politica non sembra essere particolarmente a cuore agli italiani come dimostra l’affluenza che si attesta al 60%, in calo rispetto al turno precedente.
Nei quattro capoluoghi di regione il sindaco verrà deciso solamente il 25 giorno con il ballottaggio in cui si sfideranno centrodestra e centrosinistra, o liste civiche. Il movimento cinque stelle rimane tagliato fuori, anche per colpa dei propri suicidi politici come dimostrano i casi di Genova, dove la candidata Cassimatis, scelta dalle elezioni svolte sul blog di Grillo, ha dovuto correre con una lista civica senza il simbolo dei cinque stelle per decisione (ancora una volta) di Grillo, e Parma, dove il sindaco uscente Pizzarotti andrà al ballottaggio contro una lista di centrodestra con la sua lista civica, dato che è stato espulso dal Movimento e nonostante questo ha raccolto il maggior numero di voti (34,7%). A Palermo è stato rieletto il sindaco uscente Leoluca Orlando, il quale a capo di una lista di centrosinistra ha raggiunto il 46,2% di voti, mentre a L’Aquila il ballottaggio vedrà scontrarsi la lista di centrosinistra guidata da Americo di Benedetto contro quella di centrodestra di Pierluigi Biondi.
Anche nelle altre città italiane i ballottaggi vedranno confronti simili, con il centrosinistra contro il centrodestra o con le liste civiche, ma ciò che più ha sorpreso, oltre al ritorno di questa dicotomia “classica” e quindi il ritorno delle coalizioni, è la mancanza delle liste del Movimento 5 stelle dai ballottaggi. Grillo ha affermato tramite il suo blog «Il M5s è stata la forza politica più presente a questa tornata elettorale. Gli altri partiti si sono camuffati, soprattutto il Pd che si è presentato in circa metà dei comuni rispetto al Movimento. I risultati sono indice di una crescita lenta, ma inesorabile», anche se con l’espressione “più presente” non è ben chiaro cosa voglia dire, forse riguardo alla partecipazione non di certo ai risultati raggiunti probabilmente influenzati anche dai risultati raggiunti dalle altre giunte comunali a cinque stelle.
Della stessa idea del comico genovese è Matteo Salvini, leader della Lega Nord che ha con entusiasmo dichiarato «Non capisco perché il Pd esulti della presunta disfatta dei Cinquestelle. Per me sono andati meglio di loro. Se c’è uno sconfitto è Renzi che ha dovuto mascherarsi dietro liste civiche. Noi e i 5 stelle ci mettiamo la faccia». Berlusconi non si è ancora espresso, mentre hanno parlato Daniela Santanchè «Siamo più che soddisfatti del risultato ottenuto dal centrodestra a queste amministrative. Siamo tornati in vetta, con un’unione Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia che può e deve essere confermata anche a livello nazionale. In ogni caso c’è bisogno di noi», Brunetta e Gelmini che hanno affermato la loro soddisfazione esprimendo la necessità di un centrodestra unito. Anche nel Partito Democratico i tonfi sono entusiastici, ma non trionfalistici, come si comprende dalle parole di vari esponenti tra cui il responsabile degli enti locali Matteo Ricci «Dobbiamo metterci subito al lavoro per i ballottaggi, dove si riparte da zero e zero. Noi abbiamo vinto due capoluoghi al primo turno, Cuneo e Palermo, e il centrodestra ha vinto a Frosinone: finisce 2 a 1 per noi».
Ancora una volta hanno vinto un po’ tutti, o meglio, pare che nessuno abbia perso almeno ascoltando i punti di vista di ognuno dei protagonisti di queste elezioni. I veri risultati ovviamente ce li diranno i ballottaggi tramite i quali potremo parlare con più certezza di vincitori e di sconfitti, anche se per questi ultimi ne abbiamo già due: il Movimento 5 stelle e la fiducia degli italiani nella politica ancora in calo con un’affluenza che si ferma solamente al 60%. Importante sarà ovviamente osservare come questi dati andranno poi ad influenzare le elezioni nazionali, in cui la maggior curiosità ricadrà sicuramente sul consenso al movimento cinque stelle, sulla possibilità di una coalizione a destra e sui comportamenti del centrosinistra.