di Patrizia Tarli
Attesissima la sentenza della Corte di Cassazione in merito alla possibilità che dopo l’approvazione del decreto Omnibus da parte del Governo – che ricordiamo introduceva anche la moratoria sul nucleare, facendo temere che il referendum non potesse più aver luogo – il referendum sul nucleare possa tenersi ancora o, al contrario, i quesiti referendari si riducano da quattro a tre.
Ebbene, lo scorso 1 giugno la Cassazione si è espressa in senso positivo all’effettuarsi del referendum sul nucleare – di conseguenza il 12 e 13 giugno gli italiani voteranno sì oppure no in relazione a quattro quesiti referendari, come previsto in origine. A seguito della pronuncia dell’ufficio elettorale presso la Corte di Cassazione, presieduto da Antonino Elefante, il referendum sul nucleare avrà ad oggetto non la precedente normativa bensì le nuove norme contenute nel decreto legge omnibus, convertito in legge dal Parlamento – in particolare i commi 1 e 8 dell’articolo 5 che, secondo la Cassazione, non hanno escluso un possibile ritorno al nucleare.
In definitiva, il referendum sul nucleare potrà tenersi ma dovrà farsi luogo alla modifica del quesito referendario – a tal fine l’ufficio centrale del referendum della Corte di Cassazione ha provveduto ad inviare la decisione al Ministero Dell’Interno, il quale dovrà provvedere a ristampare le schede.