Petrolio, indagato l’ammiraglio De Giorgi. I pm a Roma per la Boschi e Guidi
L’inchiesta della procura di Potenza sull’impianto Tempa Rossa conta ora 2 nuovi iscritti nel registro degli indagati; si tratta del Capo di Stato maggiore della Marina Militare Giuseppe De Giorgi – noto per l’operazione ‘Mare Nostrum’ – e del dirigente della Ragioneria di Stato Guido Pastena. Secondo quanto riferito dal quotidiano ‘La Repubblica‘, «A settembre scorso è stato notificato un avviso di proroga delle indagini al capo di stato maggiore della Marina, indagato insieme al compagno dell’ex ministro Guidi per associazione a delinquere finalizzata al traffico di influenze per una storia riguardante l’Autorità portuale di Augusta».
Dal canto suo, l’ammiraglio De Giorgi ha commentato la decisione della procura manifestando sorpresa e amarezza: «Non conosco sulla base di quali fatti il mio nome venga associato a questa vicenda. La cosa mi sorprende e mi amareggia, e tutelerò la mia reputazione nelle sedi opportune».
Mentre si attendono nuovi sviluppi per quanto riguarda De Giorgi e Pastena, tra lunedì e martedì si svolgeranno gli interrogatori di garanzia delle 6 persone arrestate nell’ambito del filone d’inchiesta riguardante la gestione dei reflui petroliferi al Centro Olio in Val d’Agri a Viggiano dell’Eni. Si tratta dell’ex sindaco di Corleto Perticara, Rosaria Vicino (Pd), e di 5 funzionari dell’Eni: Vincenzo Lisandrelli (coordinatore ambiente del reparto sicurezza e salute all’Eni di Viggiano), Roberta Angelini (responsabile Sicurezza e salute dell’Eni a Viggiano), Nicola Allegro (responsabile operativo del Centro oli di Viggiano), Luca Bagatti (responsabile della produzione del distretto meridionale di Eni) e Antonio Cirelli (dipendente Eni nel comparto ambiente). I pm di Potenza, inoltre, si recheranno a Roma per ascoltare il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, e l’ex ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi.
In Parlamento l’opposizione grida allo scandalo e non si accontenta delle dimissioni del ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi; Il M5S ha prima attaccato Maria Elena Boschi (citata nella telefonata tra la Guidi e il suo compagno) e poi lo stesso Renzi, annunciando infine una mozione di sfiducia contro tutto il governo. Il primo ministro ha replicato attraverso una eNews: «La disponibilità immediata di Guidi ad un passo indietro ha gettato nel panico le varie opposizioni che a quel punto non sapendo che fare hanno iniziato ad urlare ancora più forte chiedendo le dimissioni dell’intero governo, responsabile non si sa bene di cosa. E presentando l’ennesima mozione di sfiducia. Andremo in Parlamento, spero prima possibile. E ancora una volta il Parlamento potrà mandarci a casa, se vorrà. Ma non credo succederà neanche stavolta».