Bruxelles, Matteo Renzi convoca i capigruppo a Palazzo Chigi

Si svolge periodicamente la riunione per fare il punto sui temi della sicurezza e della lotta al terrorismo, ma quella di questa mattina è stata convocata in via del tutto eccezionale a seguito dell’attacco a Bruxelles. Alcune ore dopo le esplosioni all’aeroporto e alla metro, Renzi ha chiamato il premier belga Charles Michel ed ha espresso il sostegno e la solidarietà italiana anche esponendo a mezz’asta la bandiera belga a Palazzo Chigi accanto a quella italiana ed europea. Una vicinanza di simboli che per il nostro Paese vuol dire di più: per affrontare una guerra che “durerà mesi, forse anni” serve prima di tutto “una struttura di sicurezza unitaria” e una condivisione di forze alla quale Roma “si mette a disposizione con la sua esperienza di forze dell’ordine e di intelligence da offrire”.
VERTICE A PALAZZO CHIGI
Con ogni probabilità c’è anche una vittima italiana negli attentati di Bruxelles: per l’ufficialità si attende l’esito del riconoscimento da parte dei familiari. Si tratterebbe di una donna che sarebbe morta nel corso dell’esplosione avvenuta in metropolitana. Il Governo ha riferito la notizia nel corso di un vertice a Palazzo Chigi a cui hanno preso parte i ministri dell’Interno e degli Esteri Angelino Alfano e Paolo Gentiloni, tutti i capigruppo di maggioranza e minoranza di Camera e Senato. All’incontro erano presenti anche i sottosegretari Marco Minniti e Claudio De Vincenti.
RENZI INCITA L’UE ALLA SICUREZZA COMUNE CONTRO IL TERRORE
“Occorre stringere sui meccanismi di intelligence tra i Paesi europei e non solo, valorizzare Europol, lavorare su una struttura condivisa” – ha spiegato il premier Renzi nel corso del vertice. Dopo gli attacchi a Parigi, l’Isis è tornato a colpire e ad uccidere cittadini comuni nei luoghi della vita quotidiana – aeroporto, metropolitana. E questa volta è toccato a Bruxelles, cuore dell’Europa e simbolo delle istituzioni europee. Un attacco del terrore al quale l’Europa deve rispondere “andando fino in fondo” con un “patto europeo” che metta in comune sicurezza ed intelligence. Il presidente del Consiglio, e con lui il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, chiamano dunque l’Europa all’unità. Compattezza di istituzioni che, però, va in collisione con la politica italiana di Matteo Salvini, il quale chiede di “ripulire” le nostre città. “Non è il tempo degli sciacalli ma neanche delle colombe” – è l’altolà che il presidente del consiglio ha rivolto soprattutto in chiave di polemica interna, ed ancora – “chi dice ‘chiudiamo le frontiere’ non si rende conto che spesso i terroristi sono già dentro, chi oggi fa polemica non capisce che tutti i cittadini hanno bisogno di sentirsi parte della stessa comunità: di fronte ad attacchi come questi non c’è colore politico o partitico”.
Una “minaccia globale con killer anche locali” è la formula con cui Renzi ha sintetizzato (in riunioni e contatti con i suoi omologhi europei, da Merkel a Hollande e Juncker) la nuova minaccia del terrorismo jihadista che colpisce in tutto il mondo con “attentatori che però vengono da dentro e si nascondono nelle periferie delle nostre città”.
RENZI: IN ITALIA INVESTIAMO SULLA PREVENZIONE E SULLA CULTURA
Due sono le strade da seguire indicate dal premier Renzi nel corso del vertice a Palazzo Chigi: adottare tutte le misure necessarie per prevenire attentati in Italia e investire massicciamente in cultura. “Abbiamo, come tutti i partner, messo in campo tutte le misure di sicurezza necessarie, anche se non risulta ad ora una minaccia specifica in Italia” – ha dichiarato il presidente del Consiglio, ribadendo molti dei concetti espressi ieri nella sua dichiarazione a Palazzo Chigi a seguito degli attacchi in Belgio. Secondo Renzi oltre a un investimento sulla prevenzione ne serve uno “gigantesco” in cultura. “Bisogna mettere denari veri sulle aree urbane. Serve un gigantesco investimento in cultura, sulle periferie urbane, un investimento sociale” – ha precisato. “Continuo a pensare che sia fondamentale l’aspetto educativo per sconfiggere le minacce nate e cresciute in Europa”.