Migranti, scontro Ue-Renzi: “ Distinzioni assurde e illogiche”

La Commissione europea chiarisce che il contributo richiesto agli stati membri, per un totale di 3 miliardi, a favore della Turchia per l’emergenza rifugiati non rientra nel calcolo del deficit ai fini del Patto di Stabilità e Crescita, l’insieme di parametri Ue da rispettare quando si predispone il bilancio pubblico. Puntualizzazione rivolta soprattutto all’Italia e alla richiesta di flessibilità avanzata da Renzi nei giorni scorsi, nonostante da Bruxelles evidenziassero come gli accordi fossero chiari da dicembre. Il premier accoglie la notizia “positiva”, marcando però il discutibile modus operandi dei burocrati della Commissione, rei, secondo l’ex sindaco di Firenze, di fare distinzioni contabili sul dramma umanitario in corso nel Mediterraneo. In soldoni, andrebbero esclusi dal calcolo del deficit anche i fondi utilizzati per salvare i bambini eritrei che arrivano in Sicilia, e “solo una perversione burocratica può fare distinzioni fra le vite da salvare”. “Noi italiani pensiamo che i migranti siano tutti uguali – premette Renzi parlando ad Abuja, in Nigeria, prima tappa del suo nuovo viaggio in Africa -. Non è possibile considerare le vite da salvare nel Mar Egeo diverse da quelle da salvare nel Mar Tirreno. Il fatto che le spese per salvare i bambini che navigano dalla Turchia alla Grecia siano fuori dal Patto di Stabilità è finalmente un fatto positivo. Pensare di considerare in modo diverso le spese per salvare i bambini eritrei che arrivano in Sicilia mi sembra assurdo e illogico. A questo punto – continua il Presidente del Consiglio – noi daremo il nostro contributo alla Turchia per salvare esseri umani. E faremo ogni sforzo per salvare vite umane nel Mediterraneo: abbiamo salvato, e continueremo a farlo, migliaia di vite mentre l’Europa si girava dall’altra parte. Prima del patto di stabilità c’è un patto di umanità. Se poi vogliono aprire una procedura contro l’Italia, facciano pure: noi andiamo avanti. Per noi Europa significa valori e ideali, non polemiche da professionisti dello zero virgola”. Già al termine dell’incontro con la Merkel di venerdì scorso, Renzi aveva affrontato il nodo della flessibilità e dei fondi alla Turchia, auspicando una risposta in settimana sui margini di bilancio per le spese per le spese relative ai migranti; un portavoce della Commissione ha precisato si tratti di piani d’azione differenti, ricordando che gli accordi su Ankara sono già stati presi e non hanno nulla a che vedere con le richieste italiane sui conti. Eventuali decisioni specifiche su misure di flessibilità relative alla gestione migranti verranno discusse in primavera. Per quanto riguarda l’emergenza Turchia, la ‘quota’ da corrispondere per gli stati membri sarà stabilita in base al Pil di ciascun paese: la Germania dovrebbe versare 534 milioni, la Gran Bretagna (che non ha voluto partecipare alla redistribuzione dei rifugiati già sul suolo europeo) 409, la Francia 386. L’Italia dovrebbe versare 281 milioni di euro, la Spagna 191 e l’Olanda 117. Si tratta di cifre iniziali che potrebbero subire rialzi e modificazioni in relazione all’evolversi della questione e alle rispettive possibilità.