Family day, una partita giocata male
Family day, quali gli effetti?
Erano attese un milione di persone ma secondo gli organizzatori al Circo Massimo ce n’era almeno il doppio; suore, nonni, genitori, chitarre, bambini di 3 anni completamente ignari (e per questo strumentalizzati), politici, animali, presenzialisti televisivi (così si autodefiniscono i ‘discepoli’ di Paolini) e fascistelli mimetizzati: tutto fa brodo in questi casi e il Family day non è stato da meno. C’è chi parla di 300mila persone (la questura), altri, con molto zelo, hanno persino diviso l’area del Circo Massimo per lo spazio teoricamente occupato da una singola persona per ricavare il totale presenze ma il dato che accomuna tutte le stime prodotte è senz’altro uno: la manifestazione è stata un flop, a partire dalle presenze (poche) fino all’avviso (se così lo si può definire) apparso durante la manifestazione indirizzato al presidente del consiglio «Renzi ci ricorderemo».
Se questo è «il volto bello e vero dell’Italia», così ieri diceva il portavoce del Family day Massimo Gandolfini – ammesso che esista un concetto universale per definire ciò che è bello (sarebbe la notizia del secolo, visto che da circa 2mila anni se ne discute in sede accademico-filosofica) -, non osiamo immaginare quale possa essere il volto brutto e falso dell’Italia anche se, osservando proprio il Family day, un’idea ce la possiamo fare.
Il punto chiave, però, non è rappresentato dai numeri fuorvianti o dalla presenza di Casa Pound o dalla strumentalizzazione dei bambini che, in fondo, chiedono solo amore e rispetto (poco importa se questo arriva da due papà o due mamme): la manifestazione di ieri si è risolta in una bolla di sapone riducendosi a un prodotto fine a sé stesso. Quello di usare un linguaggio spesso improprio (vedi striscione rivolto a Renzi) e la tendenza a voler elevarsi a unica parte sana della società è stata un autorete che ha rapidamente attratto critiche aspre e altrettanto celermente ha mandato nel dimenticatoio la sostanza della manifestazione, archiviandola senz’appello. A dimostrarlo ci sono le prime pagine dei giornali, che oggi parlano di tutt’altro (inverno secco, smog et similia) relegando il Family day a una comparsata di qualche riga.
Family day e Governo
In buona sostanza i promotori del Family day avrebbero potuto giocare meglio la propria partita, cominciata bene ottenendo lo slittamento della discussione in Aula al 2 febbraio ma che ora sembra sempre più indirizzata verso l’approvazione del ddl Cirinnà. Certo, Renzi propende per la libertà di coscienza del singolo parlamentare – e questo potrebbe rivelarsi un’arma a doppio taglio per il Governo, che ha comunque già operato alcune mosse strategiche per tenere a bada Ncd – ma al di là della piazza di ieri – e anche in Parlamento – c’è una vasta parte di cittadini che chiede all’esecutivo di chiudere in fretta la questione e compiere un passo decisivo verso la libertà e il riconoscimento dei diritti ai gender o lgbt. Questi ultimi, comunque, prima di pensare alla stepchild adoption o all’utero in affitto, potrebbero dare un ulteriore segno di civiltà adottando i bambini – nati da rapporti cosiddetti ‘normali’ tra uomo e donna – che ora si trovano negli orfanotrofi e dare a loro l’amore che la ‘famiglia naturale’ (ammesso che ne esista una) non ha voluto o potuto donargli.