Faccia a faccia Renzi –Merkel a Berlino per il posto al tavolo che conta

Il faccia a faccia di oggi a Berlino tra il premier Matteo Renzi e la Cancelliera Angela Merkel è atteso da tempo. Precisamente dal 18 dicembre, quando nel corso di un acceso Consiglio europeo a Bruxelles, il Presidente del Consiglio scelse di alzare i toni rivolgendosi alla Cancelliera tedesca con queste parole: “Non potete raccontarci che state donando il sangue all’Europa, cara Angela” – il riferimento era all’acquisto degli aeroporti greci da parte di aziende tedesche durante la crisi del debito. Ma la portata della sfida, più generale, non sfuggì a nessuno.
UN TESO FACCIA A FACCIA
Il faccia a faccia tra Matteo Renzi e Angela Merkel avrà luogo durante l’ora di pranzo nella sede della Cancelleria a Berlino (il palazzo Chigi tedesco) e sarà poi seguito da una conferenza stampa congiunta. Intanto tutto fa pensare che il pranzo sarà difficilmente digeribile in quanto, stando ad alcune indiscrezioni della stampa, la Merkel nutrirebbe una crescente insofferenza verso l’omologo italiano, convinta che le sue uscite siano motivate soprattutto dal tentativo di raccogliere consenso in patria.
La linea che seguirà il premier Matteo Renzi sarà quella di rappresentare un’Italia che ha girato pagina e intende affrontare a testa alta divergenze e punti di incontro, un’Italia non più intenzionata ad ‘obbedire’ e basta, ma che vuole dire la sua e farsi valere. Questo è il motivo per il quale Renzi ha tenuto più volte a precisare che il faccia a faccia con la Merkel sarà alla pari, senza un primo della classe. C’è anche da dire però che il Presidente del Consiglio ha anche spesso ribadito che la Cancelliera tedesca non è un nemico, che sono più le cose che uniscono Roma e Berlino di quelle che le separano e, in particolare, che la compattezza è necessaria di fronte al vero nemico: il populismo, che si nutre di un’Europa sempre più sfaldata e incapace di affrontare le emergenze.
I NODI DA SCIOGLIERE NEL FACCIA A FACCIA
Il nodo principale è certamente la Turchia, ma non solo. In un’intervista alla Faz, senza giri di parole il premier Renzi ha criticato l’asse franco-tedesco chiedendo più collegialità: “Merkel e Hollande, da soli, non ce la possono fare” – ha commentato. La sua idea è quella di un’Europa collegiale, a 28, e che non sia solo l’asse Berlino-Parigi a dominare la politica nella Ue. A questo proposito la Merkel chiederà a Renzi se l’Italia è disposta a far parte di una “coalizione di volenterosi” per formare il nucleo centrale di un’ Unione diversa, in quanto la ‘nuova’ Cancelliera ha cambiato la sua prospettiva politica. Le divisioni in Europa, soprattutto le chiusure di molti Paesi sui rifugiati, quelli dell’Est in testa ma non solo, e la prospettiva del referendum britannico sul rimanere nella Ue stanno infatti convincendo la politica tedesca che l’Europa a più velocità è ormai inevitabile.
Comunque lo scoglio più difficile da superare resta quello del finanziamento europeo alla Turchia, che l’Italia vorrebbe fuori dal patto di stabilità: “Se viene riconosciuto lo 0,2 della clausola dei migranti bene, domani mattina firmiamo” – ha più volte dichiarato Renzi. Inoltre sul dossier immigrazione l’Italia sa di aver fatto molto e a questo proposito stanno arrivando le prime ammissioni, anche sul fronte tedesco, di un iniziale disinteresse quando sulle coste italiane gli arrivi – e i salvataggi – erano continui. E a ribadirlo è stato proprio il presidente della Commissione Esteri del Bundestag tedesco Norbert Roettgen, parlando di una crisi “iniziata quando i profughi erano ancora in Italia, e la stessa Germania non ha dato sufficiente solidarietà, questo è storia”. La Germania inoltre rinfaccerà all’Italia di non aver ancora aperto i sei hotspot su cui si era impegnata (ce ne sono solo tre attivi, Lampedusa, Porto Empedocle e Pozzallo) e la inviterà ancora sbloccare l’accordo con la Turchia versando i 281 milioni che le spetterebbe mettere sul tavolo. Difficile che il premier rientri a Roma con quei soldi in tasca.
Poi c’è il caso delle banche che, con l’intesa raggiunta questa settimana tra il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan e la commissaria Ue alla Concorrenza Margarethe Vestager, potrebbe – allentando la morsa sugli istituti italiani – attenuare il conflitto Roma-Berlino. Ma non è detto se si ricordano le parole di Renzi all’ultimo vertice a Bruxelles: “Il sistema bancario italiano è molto più solido” di quello tedesco e “se fossi un amministratore tedesco mi preoccuperei” – disse, spiegando che “Intesa Sanpaolo capitalizza il doppio della Deutsche Bank” e che “c’è il sistema in Germania delle banche territoriali, che rispetto ma non condivido”.
QUALI POTREBBERO ESSERE GLI ESITI DEL FACCIA A FACCIA RENZI-MERKEL
Senza dubbio sappiamo che nell’incontro di oggi tra il premier Renzi e la Cancelliera Merkel verranno fuori tutti gli argomenti che suscitano preoccupazione al popolo italiano: sicurezza, lavoro, immigrati, tasse e risparmi. Se avrà la meglio Renzi, potremo fare più deficit di quanto vorrebbe Bruxelles. Diciamo, 16 miliardi di euro oltre il consentito. In caso contrario scatterebbe una procedura d’infrazione che ci obbligherebbe a rimediare da subito, ovvero rischieremmo un aumento ulteriore dell’Iva. E per l’economia di tutti i giorni sarebbe un pessimo segnale perché la stretta sui conti avrebbe l’effetto di gelare i segnali di ripresa.
Sulla questione immigrazione il premier dirà che la chiusura delle frontiere è una follia destinata a metterci nei guai perché non ci sarà più una valvola di sfogo degli immigrati verso l’Europa e resteranno tutti da noi. Su questo chiederà sicuramente un aiuto nei rimpatri e la Merkel, è quasi certo, gli darà ragione.