Che “nuovo” Senato sia! E non solo…

Che il periodo attuale sia un periodo di transizione per l’Italia e i suoi cittadini è indubbio.
Certo è, che sono in molti ad essere confusi sulle questioni politiche odierne; cambiamenti che sembrano derivare da un vortice confusionale che ha un impatto su tutto e su niente, insomma queste riforme e decreti di legge con i relativi nomi e voti ad esse associate, sembrano essere un unicum con un grande marasma e dunque lo smarrimento e la confusione dei cittadini appare inevitabile.
Purtroppo però non si può restare disorientati e cullarsi sullo stato dei fatti, in questo momento più che mai bisogna essere informati poiché ciò che sta cambiando sul piano politico è fondamentale e cambierà inevitabilmente anche il piano economico e sociale, insomma la vita dei cittadini in tutti i suoi aspetti.
Dopo un tempo che sembra lunghissimo poiché fatto di aspre contese, diverbi, scontri sullo scenario politico italiano, sappiamo che è stata approvata in terza lettura (quindi con ritorno alla Camera) la riforma proposta in Senato sul ddl Boschi.
L’evento, decretato da 180 sì e 112 no con un astenuto, ha poco da passare inosservato poiché decreterà un cambiamento radicale per la Costituzione italiana in primis e per l’Italia tutta poi.
Poiché l’argomento in questione è di primaria importanza, sarebbe opportuno conoscere cosa cambierà nel concreto per l’Italia, a 70 anni dalla nostra Carta Repubblicana ed è quello che tenteremo di fare qui esaminando le novità che entreranno in campo.
FINE DEL BICAMERALISMO PERFETTO
Il primo cambiamento investirà la politica italiana, si darà difatti l’addio al cosiddetto bicameralismo perfetto, sancito dal nuovo articolo 55 della Costituzione che pone fine alla parità tra le due Camere del nostro Parlamento.
Per fare un esempio, il voto per la fiducia dei governi che si succederanno d’ora in avanti, sarà materia solo ed esclusivamente della Camera dei deputati. Per esser più precisi, possiamo dire che solo la Camera dei deputati svolgerà la funzione di indirizzo politico, con conseguente funzione legislativa; inoltre, solo ad essa spetterà il controllo e la pronuncia sull’operato del Governo.
Quindi ne deriva che le leggi proposte dai governi, saranno approvate dalla sola Camera.
Spesso, durante le precedenti discussioni politiche ci si riferiva al ddl Boschi chiamandolo anche “Riforma del Nuovo Senato”, questo perché i cambiamenti più importanti investiranno il Senato italiano, con un quadro decisamente più complesso rispetto a quello della Camera.
Potremmo iniziare col dire che il Senato della Repubblica sarà formato dalle istituzioni territoriali, 95 dei suoi componenti saranno scelti dalle Regioni, di cui 21 sindaci, più 5 scelti dal presidente della Repubblica per un totale di 100 membri.
Il Senato manterrà la funzione legislativa sui rapporti tra Stato, Unione Europea e gli enti territoriali, questo insieme alla Camera. Inoltre la sua funzione legislativa sarà mantenuta anche per eventuali leggi di revisione della Costituzione; leggi di attuazione delle disposizioni costituzionali in riferimento alle minoranze linguistiche; leggi riguardanti i referendum popolari; leggi che riguarderanno le funzioni principali dei Comuni e delle città metropolitane.
Ad un primo sguardo sembrerebbe dunque che il potere del Senato sia stato rilegato e confinato alle questioni territoriali, ma il nuovo progetto costituzionale prevede che, in caso di disaccordo su una legge approvata dalla Camera, su richiesta di almeno 1/3 di senatori, il Senato può decidere di modificare tale legge.
La Camera però sarà libera di accettare o ignorare le modifiche proposte dal Senato, decidendo di riapprovare la legge così com’è. Va però precisato che se le leggi in discussione riguardano le competenze legislative esclusive delle Regioni o le questioni di bilancio, la Camera può rifiutare le modifiche volute dal Senato solo con la maggioranza assoluta.
Le leggi potranno entrare comunque tutte in vigore, se il Senato non agisce entro 10 o 15 giorni, fatta eccezione per quelle riguardanti l’attività territoriale delle Regioni per le quali il voto del Senato è obbligatorio.
Il Senato non avrà potere nel decretare lo “stato di guerra” che sarà ora solo di competenza della Camera, insieme alle leggi di amnistia e indulto e quelle che riguardano i trattati internazionali.
Insomma, visto questo nuovo assetto politico, è giusto sapere che funzioni avrà una e l’altra parte per poter essere cittadini attivi che esprimono un voto consapevole.
Anche se sulla questione dell’eleggibilità del Senato si è discusso molto, poiché per il governo andava esclusa l’eleggibilità diretta, mentre per la minoranza del Pd era assolutamente sbagliato togliere voce ai cittadini, bene, si è giunti al compromesso grazie alla seguente dicitura: “i consiglieri regionali sono eletti dai Consigli regionali in conformità alle scelte espresse dagli elettori”.
Tra tutte queste novità le più gradite agli orecchi dei cittadini sono sicuramente quelle riconducibili alla parola “indennità”, che scomparirà; dunque i consiglieri regionali che investiranno anche il ruolo di senatori non percepiranno un aumento. Va ricordato però che questo nuovo disegno di legge non chiarisce, o meglio non si pronuncia in merito a eventuali rimborsi per eventuali spese, che saranno poi gestite internamente a ciascuna Camera.
ALTRE NOVITA’ INTRODOTTE DAL DDL
Anche qui, questo nuovo progetto sperava forse di far cosa gradita ai cittadini che ultimamente, (forse con l’aggravante del difficile periodo economico che la nostra Repubblica sta attraversando), esprimevano tutto il loro risentimento per le cosiddette “caste” e tutta una serie di privilegi ad esse riservati.
Per questo sono stati eliminati i Senatori a vita, eccezion fatta per gli ex presidenti della Repubblica che manterranno questo privilegio. Ovviamente però, i senatori a vita che hanno ricevuto la nomina prima della riforma Boschi, manterranno il loro privilegio.
Rispetto poi a quanto previsto sino ad ora cambierà anche l’elezione del Presidente della Repubblica che sarà di competenza solo di senatori e deputati.
Il presidente della Camera diventerà la seconda carica di Stato.
Tra le altre sfumature e dettagli del ddl, ricordiamo l’abolizione definitiva delle Province, quindi la nostra Repubblica sarà composta da Comuni, Città metropolitane e Regioni.
Cambieranno poi i numeri del quorum riferito ai referendum abrogativi.
Il compito di consulta resterà ai 5 giudici della Corte Costituzionale, eletti dalle Camere in seduta comune, ora invece la loro elezione avverrà separatamente, per cui tre saranno eletti dalla Camera e 2 dal Senato.
Insomma cambieranno alcune dinamiche e cambierà indirettamente anche il ruolo dei cittadini e della loro rappresentanza, con le loro diverse possibilità di intervento mediante referendum o proposte di legge attraverso la raccolta delle firme necessarie.
Poiché il disegno di legge che ora è stato approvato e che abbiamo cercato di passare in rassegna, prima di entrare in vigore dovrà superare altri due passaggi: ritorno alla Camera con una nuova lettura sia a Palazzo Madama che sia a Montecitorio e poi il referendum confermativo.
Proprio quest’ultimo sembra atteso e cruciale, innanzitutto per Renzi che si è dichiarato quasi impaziente di conoscere e mostrare all’opposizione il parere dei cittadini, a mo’ di vittoria.
Chissà allora se il popolo italiano rispetterà le aspettative del Presidente Renzi oppure se mostrerà, al momento del referendum confermativo, tutto il suo dissenso.