Quarto: un polverone che distoglie l’attenzione

Nel Comune di Quarto qualcosa non ha funzionato a dovere; la mafia ha tentato d’infiltrarsi nell’Amministrazione ed è probabile che oltre all’ex consigliere De Robbio altri rappresentanti vengano sollevati dall’incarico, chi sbaglia – giustamente – paga per le sue azioni. L’inchiesta avrà il compito di fare luce sulla vicenda e solo quando il lavoro d’indagine avrà termine si potranno esprimere giudizi fondati. Fine della storia. In poco più di cinque righe abbiamo esaurito un argomento che sta distogliendo l’attenzione dei cittadini da altri problemi più stringenti ma aggirati spesso e volentieri dai media e dai giornali.
Lo scambio d’accuse, le valanghe di post e tweet tra Pd e M5S sono buoni solo ad alimentare un dibattito da bar sport – intavolato dai partiti e amplificato dai media – che è solo fine a sé stesso e non risolve affatto la questione delle infiltrazioni mafiose nella politica, tantomeno aiuta nel trovare soluzioni alla disoccupazione o al miglioramento della situazione generale del Paese. Intercettazioni telefoniche simili a quelle riguardanti il Comune di Quarto le ritroviamo anche per quanto riguarda il ministro dell’Interno Angelino Alfano e basta ripercorrere un poco le vicende di Mafia Capitale per rendersi conto che nessun partito è, in definitiva, esente da colpe. Purtroppo l’uomo è uomo, per dirlo alla Nietzsche ‘umano, troppo umano’ e di mele marce se ne trovano in ogni dove, perfino in Vaticano, testimone indiscusso della moralità e della rettitudine. L’importante è procedere seriamente e con rapidità quando emergono situazioni compromettenti: due soli anni a Ozzimo sono uno scherzo e con altre due partite da giocare – Appello e Cassazione – l’ex onorevole del Pd romano se la caverà con poco a fronte degli scempi in cui è risultato essere implicato.
Il giochino dell’io sono più pulito di te è perfettamente inutile e funzionale solamente a chi satura l’informazione riportando ogni singola virgola di questo assurdo dibattito ma – stranamente – dimentica ad esempio di citare i dati inerenti gli inoccupati e chi il lavoro non lo cerca più accanto ai dati positivi sul calo della disoccupazione (parlo di un Tg della cosiddetta tv nazionale, andato in onda ieri) e i benefici effetti del Jobs Act. Il punto è che non è semplice accorgersi di queste sottigliezze stilistiche ma quando si ha ben chiaro che esse esistono – nel Tg principale della rete concorrente i dati sugli ‘scoraggiati’ c’erano tutti – è più semplice fare valutazioni obiettive su quanto viene propinato e su quanto, invece, si tende a lasciare all’ombra de ‘l’Italia riparte’.