Giorgio Napolitano: “Servono misure alternative al carcere”
“La realtà carceraria non fa onore al nostro paese, ma anzi ne ferisce la credibilità internazionale e il rapporto con le istituzioni europee”. Questo il messaggio lanciato dal Capo dello Stato Giorgio Napolitano in una nota al margine di un incontro al Quirinale con il professore Pugiotto e altri firmatari di una lettera aperta sui temi della situazione carceraria.
Il Presidente della Repubblica, sulla base di questo allarme, ha rinnovato “l’auspicio che proposte volte a incidere anche e soprattutto sulle cause strutturali della degenerazione dello stato delle carceri in Italia trovino sollecita approvazione in Parlamento”, a cominciare “da quelle, già in avanzato stadio di esame, per l’introduzione di pene alternative alla prigione”.
Una situazione, quella carceraria, ormai ritenuta insostenibile. Secondo gli ultimi dati, infatti, sono 66.271 i detenuti reclusi nei 206 istituti di pena italiani, a fronte di una capienza regolamentare di 45.568 posti.
Il Presidente Napolitano ha concluso la sua nota rilevando che “restano – nello stesso tempo aperte all’attenzione del Parlamento – in questa legislatura ormai vicina al suo termine e in quella che presto inizierà – sia le questioni di un possibile, speciale ricorso a misure di clemenza, sia della necessaria riflessione sull’attuale formulazione dell’art. 79 della Costituzione che a ciò oppone così rilevanti ostacoli”.
Gli ostacoli evidenziati da Napolitano sono quelli previsti nella concessione di provvedimenti di clemenza, cioè dell’amnistia e dell’indulto: secondo l’art. 79, infatti, “l’amnistia e l’indulto sono concessi con legge deliberata a maggioranza dei due terzi dei componenti di ciascuna Camera, in ogni suo articolo e nella votazione finale”. Per questi motivi il Capo dello Stato ha invitato le Camere ad agire in modo responsabile e, soprattutto, in fretta.
Ermes Antonucci
28 settembre 2012