Boschi dimettiti, Berlinguer ti spiega perché
Si allargano a vista d’occhio le indagini su Banca Etruria, la procura aretina ha aperto un nuovo fascicolo per accertare l’omessa comunicazione di conflitto d’interessi in cui compaiono i nomi dell’ultimo presidente dell’istituto, Lorenzo Rosi, e dell’ex consigliere d’amministrazione Luciano Nataloni, già vicepresidente di Banca Del Vecchio. Salgono dunque a tre i filoni d’inchiesta, gli altri due riguardano rispettivamente false fatturazioni e il reato di ostacolo alla vigilanza. Le accuse verso Rosi e Nataloni derivano dalla relazione di Banca Italia, che lo scorso febbraio decise di commissariare Banca Etruria. Il periodo di tempo esaminato – dal 2013 al 2014 – è quello in cui il vicepresidente era Pier Luigi Boschi, padre del ministro delle Riforme Maria Elena. Lo stesso Pier Luigi che – al tempo membro del Cda, nel 2011 – fu sanzionato da Banca Italia insieme ad altri componenti per carenze organizzative e di controllo interno, poca trasparenza e omesse o inesatte segnalazioni. Boschi, nel frattempo, era riuscito a diventare vicepresidente della banca, ricoprendo tale carica per ben 8 mesi; posizione peraltro raggiunta quasi in contemporanea con l’arrivo della figlia al governo.
Nell’aria c’è odore di conflitto d’interessi; le opposizioni chiedono un passo indietro alla Boschi, il M5s ha depositato alla Camera una mozione di sfiducia verso la ministra per le Riforme e nelle prossime ore sarà depositata pure in Senato. Anche la Lega Nord ha scelto la via della mozione e – ha aggiunto Salvini – da parte del carroccio sarà presentata la richiesta di sfiducia sia per la Boschi che nei confronti di Renzi. Il segretario della Lega ha rincarato la dose riferendosi inoltre all’indagine in corso per istigazione al suicidio del pensionato di Civitavecchia: “Quell’infame di Renzi parla di sciacalli che si approfittano dei morti, lo vada a dire alla vedova del pensionato che si è suicidato. La morte del pensionato è colpa sua, sì”.
Intanto, mentre le indagini sulla morte del sessantottenne e su Banca Etruria proseguono e rimane incerto il destino di chi ha perso tutto, a difesa di Pier Luigi Boschi è intervenuta addirittura la moglie, Stefania Agresti: “Avrete delle sorprese. Per fortuna c’è un’inchiesta, ci sono le carte e da quelle carte, vedrete, la verità verrà fuori. E la verità è che noi, in primis mio marito, non abbiamo mai preso un euro dalla banca. Altro che finanziamenti alle nostre attività!”.
Vedremo. L’auspicio è che le indagini facciano il loro corso con rapidità e serenità e conducano all’individuazione certa dei responsabili. In merito al conflitto d’interessi, riportiamo quanto dichiarato dalla stessa Boschi quando commentò il caso Cancellieri – Ligresti: “Questa è una vicenda che mi lascia un senso di tristezza addosso. Perchè non è tanto se ci debbano essere o meno le dimissioni del ministro Cancellieri, se viene meno la fiducia nei confronti del governo. Il punto vero è che è in gioco la fiducia nel confronto delle Istituzioni. Il ministro Cancellieri può decidere di dimettersi, il presidente Letta può chiedere le dimissioni come ha fatto in passato in altre occasioni. Al suo posto lo avrei fatto: mi sarei dimessa. Perchè c’è un punto grave in tutta questa faccenda. Il punto grave è che ancora una volta si è data l’immagine di un Paese in cui la legge non è uguale per tutti, ma ci sono delle corsie preferenziali per gli amici degli amici. Credo che non dobbiamo più dare la sensazione di un Paese in cui la giustizia funziona per chi ha i santi in Paradiso. Abbiamo perso un’altra occasione davanti ai cittadini”.
Ricordiamo infine un pensiero di Enrico Berlinguer, le cui parole – nonostante il tempo trascorso – suonano sempre attuali alla luce di quanto sta accadendo:
“E anche quando non ci fosse stata o non ci fosse una responsabilità del tutto accertata, penso che avesse del tutto ragione il presidente della Repubblica quando ha detto “qui siamo chiaramente in presenza di un’associazione a delinquere”. Un politico che ne fa parte, o è sospettato di farne parte, non può pensare di essere assolto per insufficienza di prove. Certo, può essere assolto, cioè non condannato da un tribunale, ma deve avere almeno il gusto, lo stile di ritirarsi dalla politica e di scegliere un altro mestiere”.