Renzi – Berlusconi, solo polemiche di facciata
Renzi “ha mancato di rispetto alla parola data e questa è stata una cosa molto grave. Il patto con lui era quello di ridarmi l’agibilità politica dopo la condanna. Ma ciò non è avvenuto”: così Berlusconi a Porta a Porta riferendosi agli accordi stretti con Renzi nel cosiddetto patto del Nazareno. Pronta la risposta del capo del Governo: “Forse è una delle sue barzellette ma non fa ridere. Io non ho mai promesso a Berlusconi una modifica della Severino. Probabilmente si confonde con l’altro Matteo (Salvini)”.
E’ ufficiale, Pd e centro destra hanno definitivamente esaurito la flebile intesa raggiunta tempo fa al Nazareno e si preparano – come nel più rodato dei sistemi bipolari – ad accusarsi l’un l’altro in cerca di nuovo consenso per mantenersi stabilmente nei centri di potere. Purtroppo per loro il tempo del bipolarismo è terminato e con esso la possibilità di guadagnare consensi semplicemente cercando di mettere in cattiva luce il diretto avversario. Lo sminuire l’avversario, salvo poi accordarvisi dietro le quinte per garantirsi una fetta del potere disponibile, è una tecnica che ha dato i suoi frutti ma pare ormai destinata ad esaurirsi. L’irrompere nello scacchiere politico del M5S ha compromesso – almeno in teoria – l’alternanza tra centro destra e centro sinistra al governo – tipica del sistema bipolare – e sta offrendo agli elettori una nuova possibilità di scelta oltre all’astensionismo, che tuttavia rimane la scelta prevalente.
Come osservato da alcune personalità autorevoli, nell’arco di 40 anni (Cazzola, Predieri, Di Palma, Giuliani, Capano e Della Porta) c’è stata e probabilmente c’è ancora – vedi la fresca polemica tra Berlusconi e Renzi – una tendenza dei partiti a negoziare accordi a un livello politico sotterraneo: nelle commissioni parlamentari, nei consigli comunali, negli incontri informali e nelle riunioni, i partiti davano – e danno – vita ad accordi di tipo consociativo che riguardavano – e riguardano – sia l’iter legislativo (in cui numerose leggi venivano e vengono approvate grazie all’appoggio dell’opposizione) sia uno scambio di favori tra governo e opposizione.
In questo modo si riusciva a garantire a ciascun schieramento la presa dei centri di potere e quell’alternanza tra destra e sinistra moderate che, almeno finora, ha mantenuto in vita entrambe. L’esistenza stessa di un patto del Nazareno certifica la volontà di non pestarsi i piedi tra i due schieramenti e la rivelazione di Berlusconi sulla Severino – alla luce di queste evidenze – passa automaticamente in secondo piano configurandosi come mero addobbo di un disegno politico messo in atto dai partiti per garantirsi il potere.
L’ingresso in Parlamento del M5S sta minando le basi negoziali surrettizie e discutibili sulle quali si è retto finora il sistema bipolare, ne è prova il timore che trapela dalle parole dello stesso Berlusconi: “Con questa legge elettorale al ballottaggio vanno il Pd e M5S e secondo i sondaggi vincono i Cinque stelle ed è un pericolo grave per gli italiani e l’Italia”. Il M5S si presenta dunque come terzo incomodo nel valzer delle accuse – di facciata – tra centro destra e centro sinistra e si propone come grimaldello per scardinare la spartizione concordata del potere tra gli schieramenti politici. Questa prassi di ricerca dell’accordo è testimoniata anche dalla tendenza centripeta osservata da Paolo Farneti – riscontrata già a partire dagli anni ’60 – che ha evidenziato un generale accentramento delle forze allora posizionate ai poli del panorama politico; la nascita di An o dei Democratici di sinistra ben esemplificano quanto osservato dallo studioso e rivelano quanto si pensi più a conservare il potere acquisito che adoperarlo in favore dei cittadini.