Delrio: «Il Sud crescerà del 3%». L’alta velocità riuscirà a superare Eboli?
Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Delrio annuncia opere da 15-16 miliardi in tutta Italia nei prossimi venti mesi, dichiarando che «il Sud crescerà del 2,5-3% se sarà capace di far fruttare i vecchi e nuovi fondi europei».
Dopo i dati preoccupanti diffusi dallo Svimez, Delrio parla di un rilancio ed una crescita del Mezzogiorno che passa da un rafforzamento dei collegamenti tra porti, strade e ferrovie: «Faremo molta cura del ferro, specie nelle tratte di Calabria, Sicilia e Sardegna», oltre alla cura dell’acqua «sbloccando i 5 miliardi di investimenti fermi nei porti. Dal 10 agosto, ad esempio, partiranno dieci coppie di treni alla settimana carichi di merci arrivate dal mare, dal porto di Gioia Tauro al grande interporto campano di Marcianise. Abbiamo programmato con Rfi di scendere da Salerno a Reggio Calabria. In Sicilia per l’alta velocità sono pronti quasi 4 miliardi. Altrettanti sulla Napoli-Bari- Taranto. Il punto non è la carenza di investimenti, ma la performance». L’alta velocità riuscirà a superare Eboli? Carlo Levi scriveva, tra il 1943 ed il 1945, che «Cristo si è davvero fermato a Eboli, dove la strada e il treno abbandonano la costa di Salerno e il mare, e si addentrano nelle desolate terre di Lucania. Cristo non è mai arrivato qui, né vi è arrivato il tempo, né l’anima individuale, né la speranza, né il legame tra le cause e gli effetti, la ragione e la Storia».
Parole che sembrano cristallizzare il Mezzogiorno in una bolla temporale. Ma il Ministro ci tiene a tranquillizzare quanti dubitano, precisando che non c’è nessun rinvio sul Masterplan, confermando inoltre che verrà presentato al rientro dalla pausa estiva: «Agli scettici dico: i piani sono sulla scrivania del governo. Renzi è stato il primo premier fisicamente presente nelle aree di crisi del Sud ogni tre mesi. Nel 2014 abbiamo chiuso l’accordo con l’Europa per oltre 50 miliardi di fondi europei, fatto la programmazione, messo in piedi l’Agenzia per la coesione».
Delrio ritiene che ci sia «qualche piagnisteo di troppo. Ma esistono tanti Sud: chi lavora bene e chi no. Autonomia significa anche responsabilità. Vado al Sud ogni settimana. Un cantiere non finito è qualcosa di più di un’opera incompiuta. È un regalo alla malavita e un colpo alla credibilità del Paese».
Per l’europarlamentare lucano del M5S Pedicini la causa della drammatica situazione economica e sociale in cui versa il Sud Italia, «peggiore di quella della Grecia», è da ricercarsi nel malgoverno: «Il tracollo del Mezzogiorno non è avvenuto per caso, ma per le incapacità, le clientele, gli affari e la corruzione intrecciati con gli accordi trasversali tra Pd e centrodestra». In particolare si sofferma sulla sua regione e sugli esponenti del Partito Democratico che la governano o l’hanno governata, come «i Pittella, gli Speranza, i Bubbico, i De Filippo», che creano «solo danni e miseria. Uno degli indicatori che conferma le colpevoli responsabilità riguarda il mancato utilizzo di vari miliardi di euro di fondi europei che potevano essere spesi per lo sviluppo del Sud nel quinquennio 2007-2013 e che, invece, sono rimasti fermi nelle casse di Bruxelles. In Basilicata solo per la parte che riguarda i fondi Fesr per lo sviluppo rurale, su un totale di circa 650 milioni di euro programmati, risultano spesi, al 31 marzo 2015, circa 500 milioni di euro. Ben 150 milioni di euro, che si potevano spendere entro il 2013 non sono stati utilizzati e rischiano di essere persi definitivamente se non verranno spesi entro il 31 dicembre prossimo, ultima data utile concessa come proroga dalla Ue alle Regioni italiane inadempienti».
Paola Mattavelli
9 agosto 2015