Renzi avverte la minoranza dopo le regionali: «dobbiamo darci una mossa, l’alternativa è la Lega»
«Ma cosa c’è fuori dal Pd? La Coalizione sociale di Landini, il Podemos italiano, Pastorino? Fuori dal Pd c’è Salvini e il centrodestra e noi siamo l’alternativa… Per essere argine all’antipolitica dobbiamo darci una mossa ma essere consapevoli della situazione». Ieri pomeriggio da Genova, il premier Matteo Renzi ha invitato i suoi a riflettere sul risultato elettorale che ha visto sì la vittoria numerica del Pd, ma ha anche registrato un indebolimento dei democratici e il rafforzamento di altre forze politiche, Fi e Lega in primis.
Il passaggio della Liguria al forzista Giovanni Toti ha spinto Renzi ad una valutazione più approfondita della situazione, esprimendo tutto il suo disappunto nei confronti di una sinistra «che si ritiene più a sinistra di un’altra e che fa vincere la destra». Nonostante il Pd abbia il controllo di 17 regioni, la perdita della Liguria non è andata giù al premier che ha così commentato la sconfitta: «Abbiamo sbagliato noi, chi trova alibi sbaglia. Ha sbagliato il Pd e se ne deve fare carico il Pd. Da parte mia non sentirete mai una parola contro la Paita».
Il mea culpa del segretario democratico è continuato al di fuori del contesto elettorale e si è riferito anche agli errori sulle riforme messe in atto dall’esecutivo, «non tanto agli sbagli sulla legge elettorale, ma quelli sulla riforma della scuola e la correggeremo ascoltando tutte le voci – ha dichiarato il premier – Ma almeno, noi facciamo le cose e andremo avanti fino in fondo. Il Senato fotocopia della Camera è un errore tragico, troveremo i punti di equilibrio ma in qualche modo bisogna chiudere».
E per il futuro, nessuna resa è contemplata dal leader dem perché «al Nord la partita è molto aperta, non siamo fuori gioco».
Benedetta Cucchiara
7 giugno 2015