Sicurezza: il caso Giardiello mette il dito nella piaga
«Falle evidenti», queste le parole di Renzi in merito alla dinamica che ha consentito a Giardiello di introdurre un arma al Palazzo di Giustizia di Milano e commettere il pluriomicidio. Le parole del Premier sono chiare: «Questo è il momento del cordoglio, ma bisognerà fare chiarezza su come si sia potuto introdurre un’arma all’interno di un tribunale. Faremo una richiesta in tutte le sedi opportune per capire chi è il responsabile e come sia potuto succedere».
Il pensiero del Primo Ministro si rivolge poi alle forze di Polizia e Carabinieri: «Voglio esprimere gratitudine alle forze dell’ordine che hanno dato vita a un inseguimento, un atto di grandissimo eroismo. In particolare ringrazio i carabinieri che hanno bloccato, riconosciuto e disarmato il killer», concludendo con la rassicurazione che «quello che è accaduto a Milano è incomprensibile e gravissimo e ci saranno tutte le indagini del caso, ma da qui a strumentalizzare gli eventi e inserire per l’ennesima volte l’Expo ce ne passa. Il paese non è in uno stato di terrore».
Anche il guardasigilli Orlando parla di «gravi errori», mentre per il Ministro dell’Interno Alfano è necessario accelerare le indagini per individuare «il responsabile dell’ingresso di un’arma a palazzo di giustizia. Quello che è successo a Milano è qualcosa di gravissimo e inaccettabile, che non doveva succedere».
Roberto Maroni, Governatore della Regione Lombardia, si dice «tranquillo» riguardo all’imminente Expo perché l’episodio accaduto «non è collegato a Expo ma a una lacuna nel sistema di sicurezza e controllo del tribunale che va subito colmata».
Immediata la reazione del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha convocato un plenum straordinario del Csm: «La società democratica è per sua natura vulnerabile: alle insidie criminali lo Stato risponde con fermezza, nel pieno rispetto dei diritti»; gli inquirenti «faranno piena luce e spetterà poi ai vertici degli uffici giudiziari di Milano e al ministro della Giustizia prendere i dovuti provvedimenti perché simili fatti non si ripetano» perché «i magistrati, come i responsabili di altre funzioni, sono sempre in prima linea, e ciò li rende particolarmente esposti. Anche per questo va respinta con chiarezza ogni forma, anche strisciante, di discredito nei loro confronti».
Gli elementi di questa vicenda resi noti dal Procuratore Capo di Milano Bruti Liberati sono inquietanti nella loro assurda e micidiale semplicità che è costata la vita a tre persone, tra cui il Giudice Ciampi, ed il ferimento di altre due.
Claudio Giardiello, imputato in una causa fallimentare, è riuscito ad entrare armato senza che nessuno se ne accorgesse, in giacca e cravatta, esibendo solamente un tesserino falso, passando dall’ingresso da cui entrano anche avvocati e magistrati, che non sono soggetti ad un controllo rigido riservato invece agli altri; questo ingresso non aveva il metal detector, e probabilmente è stata anche la via di fuga di Giardiello. L’interno del tribunale è presidiato dai carabinieri, mentre gli ingressi esterni sono affidati a privati; il Comune lo ha appaltato a due società: Allsystem e Securpolice. La prima opera con guardie giurate armate. La seconda con addetti non armati».
Quello di Milano è un fatto grave che ha sollevato dubbi e perplessità sulla sicurezza, oltre ad innescare polemiche su un tema perennemente nell’occhio del ciclone, con la preoccupazione del terrorismo sempre più spietato e inarrestabile, soprattutto con un evento come l’Expo alle porte.
Il messaggio dell’arcivescovo di Milano, il cardinale Angelo Scola, richiama all’urgenza di un intervento: «Unisco il mio dolore e quello della Chiesa ambrosiana al dolore dei cittadini di Milano e del paese intero. Lo smarrimento e la paura che ora invadono noi tutti non diano spazio a sterili polemiche. La tragica morte delle vittime incrementi il nostro impegno nell’edificazione della vita buona tesa al benefico sviluppo della nostra Milano. Ogni Istituzione, a partire dalla Chiesa, faccia la propria parte per prevenire e contenere il male che acceca e uccide, per educare al bene comune e per garantire sicurezza ai cittadini».
Paola Mattavelli
11 aprile 2015